Compiacimento

CompiacimentoI tempi sono cambiati, soprattutto sono mutati i costumi. Il turpiloquio vene accettato quasi fosse una prodezza parlare usando frasi condite di parole oscene, le ragazze serie vengono derise e non tenute in considerazione, mentre in passato chi faceva la ballerina era guardata con distacco ora viene osannata, le persone di potere vengono difese e imitate, non combattute per la loro superbia, i ragazzi svelti anche se poco istruiti vengono messi a capo di dipartimenti, come se l’istruzione non avesse alcun valore, magari poi si scopre che certi soggetti sono svelti solo a rubare, le moglie stesse procurano le amanti al marito come aveva fatto l’imperatrice Sissy con il marito, le madri complici delle figlie inducono le figlie alla prostituzione, anche minorenni, le ragazze cercano la protezione di un uomo adulto e maturo non importa se sposato, gli eredi sono contenti per la morte dei parenti così possono godersi l’eredità, donne energiche mettono sotto gli uomini con tracotanza tenendoli in pugno, mentre quelle educate e timide vengono respinte, giovani ragazze di buona famiglia fanno sciocchezze per uomini aridi e freddi, padri fuggono di casa con giovani segretarie, ragazzi si danno al vizio ecc . In questa situazione cosa rimane veramente da fare.? Forse rimane solo il compiacimento di essere poveri e soli. Come il protagonista della novella di Verga Rosso Malpelo che rassegnato per la sua condizione quasi si compiaceva rabbiosamente per la sua sconfitta senza rimedio, senza via d’uscita, senza riscatto. Non resta che l’orgoglio di essere infelici. Gli infelici talvolta hanno più buon senso degli altri, perché si sono purificati nel bagno della sofferenza. Nella società edonistica la sofferenza è stata bandita.

 

Ester Eroli

 

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