La fine delle amicizie per le ascese

La fine delle amicizie per le asceseSpesso una sorta di sicurezza ci viene dall’intesa che abbiamo con gli amici, che abbiamo selezionato accuratamente. Il nostro gruppo di amici ci sembra formato da gente candida e innocente, che ci fornisce stimolo e entusiasmo. Parliamo spesso dei nostri amici, li menzioniamo, li ricordiamo con affetto, li curiamo, li aduliamo quasi. Con loro siamo generosi, altruisti. Accettiamo i loro consigli, senza sospetti. Davanti a loro non siamo mai timidi, ci apriamo senza esitazione. Trattiamo tutti con rispetto, non abbiamo quasi mai reazione violente di collera.

A un certo punto si crea un equilibrio per cui gli amici ci fanno da supporto. Certi equilibri non possono essere alterati nemmeno per scherzo. Così ci lasciamo prendere in trappola da alcuni amici. Gli innocenti sono quelli che si fanno intrappolare di più. I furbi e gli scaltri sono difficili da manipolare. A un certo punto abbiamo la sensazione di partecipare a una sgradevole mascherata, fiutiamo la menzogna. Notiamo che certi amici hanno un’aria perplessa, come se la nostra presenza desse fastidio. Nel segreto dell’anima ci domandiamo se l’amico voglia sbarazzarsi di noi, ipotizziamo maligni una sua fuga improvvisa. Percepiamo di essere di troppo in certe circostanze. Alcune volte ci irritiamo del comportamento poco rispettoso di questi amici. Gli amici che abbiamo scelto, reclutato ci mentono, si permettono il lusso di respingerci.

Poi all’improvviso come per magia viene a galla la verità: i nostri amici prediletti stanno rompendo con tutti quelli che non sono all’altezza della loro ascesa e che quindi indirettamente ostacolano la loro ascesa. Ogni passo di questo processo di rifiuto è ricostruibile. Ci scarica l’amica che è divenuta dirigente, quella che è divenuta l’amante di un ricco e vecchio signore e che non vuole giustamente far sapere le sue macchinazioni, ci scarica quella che ha molti amanti e che li cambia come le lenzuola, l’amico che ha scoperto di essere gay.

Maggiormente ci eliminano quelli che hanno un ascesa economica. La ricchezza che è inversamente proporzionale all’amicizia, che ha quasi allergia per le persone umili, di basso e medio ceto. Poi in fondo sorridiamo di quelli che tutto sommato sono solo incidenti di percorso, inciampi. Infatti la ascesa di queste persone è solo materiale, quasi mai spirituale, anzi nella maggior parte dei casi umanamente regrediscono. Allora non serve l’amicizia con chi ha perduto di vista i valori che contano tutto preso nella sua ascesa, che alla fine rimane veramente solo sua. Un’ascesa effimera che non lascia traccia, se non l’amaro in bocca.

 

Ester Eroli

 

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