Conoscere

Il potere ha sempre allettato le persone più orgogliose e ambiziose, ambizione mai accompagnata da comprensione, senso di compassione e pietà  solo da ammirazione, indifferenza. Chi ricerca il potere ama splendere come stella lucente ma ama anche schiacciare gli altri per trarne vantaggio. La sensazione di pietà è sempre acuita, mentre il disprezzo per le masse irrompe violento. Di solito i potenti credono che la loro vita sia come una opera d’arte, predestinata e credo incautamente di essersi fatti da soli. Credono che solo a loro spetti il controllo delle masse, che solo loro hanno diritto a ruoli di rilievo e mansioni importanti, solo loro invecchiano con grazia.

Di solito i potenti del passato e del presente non conoscono e non vogliono conoscere il loro popolo, anzi si scandalizzano a passare in strade sporche, piene di sporcizia, a salire su mezzi pubblici affollati. Si irritano ad entrare in contatto con il popolo, ridono delle loro disgrazie. il mosaico della loro vita è perfetto, nella loro vita non c’è spazio per la considerazione del popolo che deve vivere come in prigione. Al popolo spetta una vita grama, ma nessun potente se ne cura. Basta che la loro vita è solida, protetta, perfetta. Molti potenti non riconoscono nemmeno alcune realtà sociali. Non interrompono la loro vita per sentire il grido del povero. I potenti sono distanti, lontani, non ascoltano, non danno consigli.

In ogni occasione il potente si dimentica del popolo che è estraneo. Il popolo non viene rispettato, difeso, messo in buona luce. Nessun potente si indentifica nel popolo, si immedesima con lealtà, nessuno è disposto a sacrificarsi per la gente comune. Il popolo viene allontanato, tenuto a bada come fosse sterco di cane puzzolente. Nessun potente conosce le frustrazioni del popolo, le sofferenze, le illusioni, le eccitazioni, gli abbagli, i problemi. Il popolo è una parola insultante. Molti potenti parlano di periferie, di disagi senza conoscerli veramente, propongono soluzioni assurde perché non sono dentro i problemi. le emozioni del popolo, le esigenze non contano, fanno inarcare i sopraccigli. Se il popolo insorge va punito, provoca rabbia e collera. I potenti per tenere buono il popolo fanno promesse con il sorriso sulle labbra che poi non mantengono. I progetti restano paralizzati, cristallizzati sulla carta. Il popolo certe volte non osa sfidare la forza del potere per non essere danneggiato. Il popolo può solo bisbigliare, mormorare assistere attonito a varie prese di posizione. Il popolo non deve pensare, solo ubbidire e respirare. i mormori del popolo sono solo sottigliezze, esso è destinato alla sconfitta.

Il potere nel passato ha sempre agito per i propri interessi non calcolando il popolo, il povero. anche ai nostri giorni dove tutto sembra avvolto nella democrazia ci sono comportamenti ingiuriosi verso il popolo. Ci sono dirigenti che non salutano i dipendenti, che li ignorano come fossero fantasmi, che li ammettono nelle loro stanze solo in determinate occasioni con comportamenti sbrigativi come se stessero a trattare con un insetto malefico.

 

Ester Eroli

 

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