EFEDRA

L’Efedra è una pianta arbustiva, che può assumere la forma di cespuglio, ed arrivare alla altezza di trenta centimetri. Fu scoperta ufficialmente, anche se prima veniva usata da molte popolazioni, nel 1885 da un farmacista ricercatore giapponese. Esistono più di sessanta specie dai nomi diversi come efedra minuta, vulgaris, alata, altissima, intermedia, monosperma ecc. alcune specie ma non tutte sono rampicanti. Si trova generalmente in sud America, in nord America, specie nella Patagonia, in Asia, in Africa, alle Canarie. Le radici sono molto robuste e sviluppate, le foglie sono grigioverdi, i frutti rossi, i rami sottili e nodosi.

Un tempo in Cina la pianta veniva usata per curare asma e bronchite, e problemi di natura respiratoria. Gli indigeni americani la usavano per l’asma, per stimolare la diuresi, per problemi di eccessiva sudorazione.

La pianta contiene la efedrina un alcaloide che ha una struttura chimica simile alle anfetamine per questo la pianta è stata usata come droga e fabbricata illecitamente. Si può iniettare infatti per via endovenosa. In certi casi è stata usata per anestesia. Come stupefacente è amara e inodore. Gli studenti americani la usavano nel thè come stimolante. Nello sport ha avuto spesso un effetto dopante.

Negli stati uniti si trovava in alcuni integratori dietetici proposti da erboristerie. Ha una potente azione dimagrante, più della caffeina, perché accelera il metabolismo e stimola la secrezione ghiandolare. Dopo la morte di alcuni pazienti per ictus, infarto del miocardio è stata vietata la vendita. Gli effetti collaterali sono molti: aumento di pressione, infarto, ictus, depressione, ipertensione, tachicardia, convulsioni.

Studi recenti hanno dimostrato che l’abuso provoca problemi al sistema nervoso centrale, causa nervosismo, psicosi, allucinazioni, irrequietezza, insonnia.  La sostanza può creare alla lunga dipendenza.

Ogni tanto si trova in prodotti dimagranti quindi prima di intraprendere qualsiasi dieta bisogna seguire i dettami di medici esperti in materia e non affidarsi al caso.

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