Enzo Striano

Enzo Striano oltre ad essere scrittore è stato anche giornalista. Già al liceo scriveva su una rivista. Dopo la laurea in lettere conseguita alla università Federico II di Napoli ha cominciato a scrivere su riviste culturali di rilievo come La Cronaca¸ il Vesuvio¸ la voce del Mezzogiorno e su settimanali e giornali come l’Avanti e a realizzare studi approfonditi sul settecento napoletano e l’epoca di Masaniello. Durante gli anni dell’insegnamento di italiano e storia agli istituti superiori  realizza opere teatrali¸ cura antologie e scrive romanzi come i giochi degli eroi¸ il delizioso giardino¸ Indecenze.

La sua opera più significativa Il resto di niente¸ da cui è stato tratto il film molto premiato  ¸racconta la storia della nobildonna portoghese Eleonora de Foseca che prese parte attiva alla rivoluzione napoletana del 1799 e al colpo di stato. Dopo un breve soggiorno a Roma la giovane approda a Napoli dove si inserisce pienamente nel contesto intrecciando amicizie con giovani intellettuali e aristocratici come Cuoco e Guglielmo Pepe  ecc. Questa napoletana di adozione oltre ad essere poetessa e scrittrice si rivela una delle prime donne giornaliste  e dotte.  il suo ruolo nella rivoluzione ispirata agli ideali di uguaglianza fu di primo piano. Dopo un matrimonio infelice e amori strani di gioventù e un figlio morto prematuramente il suo impegno politico si fa più pressante. il romanzo storico con una narrazione dettagliata  e una costruzione psicologica notevole dei personaggi riproduce un affresco storico e sociale¸  il senso del vivere della Napoli del settecento. La vita privata della nobile si intreccia con quella pubblica attraverso dialoghi e immagini nitide. Viene riprodotto l’ambiente cittadino con i suoi odori e colori¸  curiositภ emozioni.

Eleonora è una donna forte¸ indipendente¸  sostenitrice di idee nuove¸ tenace¸ combattiva.   E’ una donna che non si arrende mai. Il suo cuore viene indagato¸ setacciato dallo scrittore. La sua è una dedizione alla cultura.  il suo sogno di libertà va però in pezzi. Torna la restaurazione e si assiste alla fine della effimera repubblica e della utopia. Nell’intricato complesso delle relazioni umane la nobildonna scopre la pena del vivere delle masse,  la sete di potere¸  l’odio che brucia le viscere che non porta a niente.  Ogni sforzo per mutare le cose non porta a niente. Il vecchio viene accettato le nuove idee respinte come malefiche e insidiose. Lei che con la sua grandezza d’animo rappresenta il nuovo viene annientata¸ calpestata.

Il suo sacrificio estremo si compie davanti al patibolo dove viene giustiziata e decapitata con l’accusa di sedizione. Con rigore storico e forza evocativa viene descritta la sua fine allucinante. Tuttavia si può affermare che il suo supplizio non è stato vano.

 

Ester Eroli

 

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