Giornata internazionale della Montagna

Domenica 11 dicembre si è celebrata: “ la giornata internazionale della montagna”.

Sono 78 i paesi che hanno aderito a tale istituzione già dal 2003, nell’intento di creare una struttura permanente a salvaguardia della montagna nel suo complesso, riguardo cioè alla tutela sia del suo specifico ambiente, sia della popolazione che vi abita, riconoscendone i diritti fondamentali.

Le montagne costituiscono un quarto della superficie emersa terrestre e ospitano un nono della sua popolazione, ma il non tutelarle a dovere, significherebbe compromettere l’accesso all’acqua dolce per la metà della popolazione mondiale: 3 miliardi e mezzo di persone!

Nel corso degli anni le giornate internazionali della montagna hanno toccato ogni tematica finalizzata alla tutela delle terre alte: lo sviluppo sostenibile, il turismo, le biodiversità, i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, le minoranze etniche e nell’ultimo congresso, le foreste, nello specifico le foreste che proteggono i bacini idrografici i quali, come detto, procurano acqua dolce per la metà degli abitanti del globo terracqueo.

Già, l’acqua, un bene strategico ormai, come il petrolio e forse più, anche se chi ne posside a dismisura, come l’Italia ad esempio, non è poi così sensibile al problema del suo spreco. Sta di fatto che la richiesta di acqua dolce aumenta di continuo, sia a causa dell’incremento demografico, sia a causa del surriscaldamento del pianeta che sta assottigliando le riserve idriche disponibili proprio nei Paesi che ne necessitano di più.

Bisogna altresì sottolineare che l’ONU e la FAO non stanno con le mani in mano, anzi, si muovono e promuovono studi ed iniziative per ottenere risultati concreti per difesa dell’ecosistema, ed i traguardi ottenuti dal 2003 ad oggi sono soddisfacenti, specie se si considera che circa la metà dei Paesi del mondo abbiano costituito comitati nazionali permanenti ed accordi specifici proprio a difesa delle montagne. La FAO ha definito le foreste come radici del nostro futuro, le terre alte, quindi, svolgono un ruolo sempre maggiore per l’equilibrio dell’ambiente, il che implica continua attenzione da parte delle politiche economiche e relative governance.

Ciò non toglie che ognuno di noi, nel proprio piccolo, dovrebbe rendersi conto del ruolo che l’acqua dolce ricopre in quanto indispensabile risorsa…Noi italiani, romani in particolare, in quanto a risorse idriche siamo abituati sin troppo bene: già dai tempi della Roma imperiale, infatti, acquedotti monumentali, terme di tutti i tipi, fontane, giochi d’acqua, ecc. rappresentavano un’ostentazione di potenza e di sollazzo al di là delle effettive necessità e, ancor oggi, a distanza di venti secoli, siamo coscientemente ai primi posti nel mondo come quantità di metri cubi disponibili per persona!…Ma usque tandem (il latino in tal caso è opportuno) cioè: fino a quando potremo permetterci, ad esempio, di sprecare ben 5 litri di ottima acqua potabile ogni volta che facciamo pipì?

Magari si potrebbe cominciare proprio da lì: rivedere la tecnica e magari ridimensionare la quantità di scarico dei nostri WC!

 

Adriano Zara

 

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