La comunicazione moderna

Nell’epoca della globalizzazione le comunicazioni sono rapide, efficienti. Nell’era dei computer e dell’Europa unita i contatti fra gli stati, fra la gente sono veloci, immediati. Si possono spedire messaggi in ogni parte del globo che vengono recepiti in tempo reale. Ci viene in aiuto la posta elettronica, il fax, i telegrammi, la posta celere. I contatti telematici sono quelli che aiutano di più gli scambi commerciali. I rapporti umani vengono agevolati da Facebook e da altri siti internet. La gente sembra aver trovato il modo per uscire dalla propria solitudine esistenziale. Eppure basta semplicemente sentirsi male su un autobus per scoprire le contraddizioni di questa realtà, apparentemente idilliaca. Nessuno presta particolare attenzione alla persona malata, tutti scendono e salgono frettolosi e invitano il conducente a riprendere la corsa, nessuno presta soccorso tranne qualcuno in modo distratto e nessuno consola la persona malata. Ci si limita a chiamare l’ambulanza e certe volte si dimentica di chiamarla. Tutto questo nella più totale indifferenza. La persona malata è come se fosse trasparente. In alcuni casi il malato viene invitato a scendere e lasciato solo alla fermata, senza nessun sostegno, senza che nessuno si prenda la briga di scendere con lui. Allora ci si domanda a cosa serve tutta questa comunicazione, questa voglia di comunicare a ogni costo, quando poi nelle necessità siamo soli. Siamo soli in mezzo a una folla di persone, di passanti che pensano solo a loro stessi, che non si curano del prossimo. Sui siti internet si fa amicizia e si diventa amici con facilità. Ma è una amicizia legata al divertimento. Si diventa amici perché si condivide la passione per la stessa squadra di calcio, per lo stesso cantautore, o perché addirittura si amano forme di sesso estremo, o si colleziona foto hard. L’amicizia scaturisce solo se ci sono interessi in comune che fanno da traino. Forse bisogna comprendere una cosa importante: per le grandi imprese ci sono i pc, per le questioni quotidiane ci si arrangia da soli. In questa società quindi si ha l’illusione di essere insieme. La comunicazione moderna ci lascia soli in balia di noi stessi.

 

Ester Eroli

 

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