Giovanni Nuvoletti è noto sia come scrittore italiano che come attore, ha interpretato delle parti accanto a sordi e Tognazzi. Dopo la laurea in legge ha cominciato a scrivere romanzi, saggi, racconti. Famoso il suo saggio l’elogio della cravatta.
Nel romanzo suo più importante un adulterio mantovano del 1981 si riflette la sua storia familiare infatti sua madre fuggì con un ricco industriale di nome Vezio come il protagonista del romanzo.
La protagonista Francesca è una donna elegante, ambiziosa, che si cura fino all’eccesso, che ama vivere in città, insoddisfatta della sua vita borghese. Passa il tempo allo specchio aiutata dalla serva e al balcone o al passeggio nel centro. La stazione piccola, i pochi ritrovi non la soddisfano pienamente. Ben presto perde il pudore giovanile e diventa smaliziata. Dopo le nozze con un giovane ingegnere conosciuto tramite i fratelli vive fra le mollezze di una vita abbastanza agiata e garbata. Pensa solo ai vestiti, agli accessori ma la sua condizione sociale le impedisce il lusso sfrenato. La sua vanità diventa esibizionismo. Fa sfoggio di se insieme a una donna di mondo, mondana e sua ruffiana. Riceve complimenti e onori alla sua bellezza pesino in strada ed è lusingata. Le sue apparizioni sono notate da un conte ricco e galante. Il conte Vezio diventa suo amante e la inizia al lusso e allo spreco. L’uomo accende la sua fantasia e lei riesce a ingannare il marito. Il marito è un uomo fedele, dotato di forza morale, religioso, spontaneo nel suo amore. Con l’amante Francesca va al teatro, ai ritrovi dimentica della differenza sociale che lei vorrebbe annullare. Riceve però spesso delle mortificazioni dalle altre donne. La vita con il marito le appare scialba, priva di svaghi e letizia. La sua brama insaziabile la porta a desiderare modelli francesi, profumi ricercati. Il suo mondo vacilla sotto il peso della vanità. Lei si sente esclusa dal bel mondo nobile a cui anela. L’amante diventa geloso del marito, la maltratta e si separa da lei. Dopo un periodo buio in cui lei cade fra le grinfie dell’esaurimento nervoso ritrova il suo amante, un uomo cambiato che anela solo a partire per la guerra del 14-18 sotto la spinta di ideali dannunziani e futuristi. Lei si rifugia dietro l’ipocrisia di feste religiose e preghiere in vista della guerra. Molti funerali dei primi caduti vengono fatti tenendo conto del censo del defunto. Solo i più nobili hanno una edificazione pubblica. Francesca continua la sua vita ma detesta la suocera, le vacanze in campagna con i parenti lei vorrebbe fare a gara con le altre donne e andare in posti esclusivi. Si sente una goffa borghese ma vorrebbe vivere una vita da romanzo e godersi la vita in balli e canti. Invece il vescovo cittadino tuona contro il tango considerato licenzioso e le donne più anziane sono dedite alle opere di carità e sottolineano l’importanza del decoro e dell’onore. Invece la voluttà, le lusinghe, il senso del peccato la suggestionano. Si lascia trascinare dal fascino di una passione sfrenata. Suo marito ingenuo è ancora innamorato di lei. Solo con il tempo scopre il cinismo delle classi elevate che non accettano l’amicizia con una borghese se non per un sudicio interesse.
Il mondo intorno alla protagonista Francesca è un mondo in dissoluzione, privo di valori che non siano esaltazioni alla guerra. La città di Mantova appare sonnolenta, legata alle convenienze sociali, ai toni salottieri dove si sfoggia l’amicizia con i ricchi come vorrebbe fare anche lei. Lei si ribella a suo modo al mondo borghese prediligendo libri e musica proibita per puro bisogno di evasione. Lei vuole una vita di frivolezze che rasenta lo scandalo. Suo marito non si accorge di nulla e loda persino la sua saggezza avveduta. In fondo le case borghesi devono apparire come case timorate e di buona posizione sociale, morali e modeste, raffinate ed eleganti. L’intimo trionfo deriva dalle apparenze.
Ester Eroli