GUGLIELMO

In una zona boscosa a Castiglion della Pescaia in provincia di Grosseto raggiungibile atttrave4rso un sentiero troviamo un singolare complesso monastico romanico  che è centro spirituale della Maremma fondato dai seguaci del beato Guglielmo di Malavalle bel XIII secolo, dove risiede la tomba stessa del beato eremita. La chiesa a navata unica ha subito molte spogliazioni nel corso dei secoli,. E’ stata restaurata dagli agostiniani nel XVII secolo e per questo troviamo un altare ben conservato in siile classico settecentesco perfettamente intonacato. La visita alla abazia comprende il chiostro, le celle dei monaci, gli affreschi con scene dei miracoli di Guglielmo avvenuti già prima della sua morte avvenuta il dieci febbraio 1157. La morte sopravvenuta in seguito anche a digiuni, infatti l’eremita si nutriva solo di pane, erbe crude.

Della vita di Guglielmo si sa che era di origini nobili francesi, forse discendente dei conti di Tolosa o dei duchi di Aquitania o dei nobili di Poitou. . Fu cavaliere investito da Carlo Magno dedito alla vita militare come mostra la maglia di ferro che porta sempre sotto la tonaca grigia come cilicio. La biografia è quella scritta dal discepolo Alberto. Ebbe da giovane una vita immorale e sregolata tanto che fu scomunicato dal papa Eugenio III. La sua conversione, raffigurata in un dipinto di una chiesa di Palombara sabina a Rieti, fu opera di san Bernardo di Chiaravalle- Dopo fece tre pellegrinaggi uno a Santiago di Compostela nel 1135, dove recuperò come disse lui stesso la vita spirituale, a Roma dove incontrò Innocenzo III, w in Terra santa dove rimase alcuni anni fino al 1154. Al rientro soggiornò a Pisa e Lucca, a Buriano. Poi entrò in alcune comunità cenobitiche. Alla fine scelse la vita eremita indossando un saio a Volterra, nella Lunigiana e poi a Malavalle una zona malsana nei pressi di Castiglione della Pescaia. Nell’eremo si trova la pietra dove soleva riposare e una pietra con l’impronta del suo gomito. Qui operò vari miracoli su adulti e bambini e si dedicò alle erbe medicinali e ad ammansire animali feroci come lupi e orsi. Con tisane di polvere di sasso guariva dalle infezioni. Visse in isolamento in silenzio, preghiera, penitenza e digiuno. Fece molte conversioni. Alessandro III lo proclamò beato. Il suo ordine fondato fu riconosciuto da Innocenzo III. Gli ordini si diffusero nel Lazio, nelle Marche, e all’estero in Ungheria, Boemia, Belgio. Molti furono i suoi insegnamenti che si tramandano in racconti e leggende. La leggenda vuole che lottò con un drago malefico che infestava la Toscana. Ora per questo è il patrono di Castiglion della Pescaia.

Viene raffigurato con il copricapo di ferro, in mano la lancia e il rosario o il bastone del viandante . Si dice che fu il padre spirituale di san Galgano. Le statue e quadri lo raffigurano spesso in preghiera. La sua tomba era sempre meta di pellegrinaggi specie il dieci febbraio anniversario della sua morte e a maggio.

La abazia purtroppo mostra segni di rovina e ruderi e i pellegrinaggi sono diminuiti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.