Il mondo delle commesse

I lavori non sono tutti uguali. Ci sono lavori che richiedono massimo silenzio, concentrazione, altri rapidità, alcuni richiedono invece educazione. Nei lavori al contatto con il pubblico sono richieste doti di pazienza, responsabilità, simpatia, dinamicità, comprensione. Dalla categoria delle commesse di negozi ci si aspetta rispetto e educazione. Le commesse devono saper consigliare il cliente, accettare le lamentale, risolvere i problemi che di volta in volta si presentano. Negli ultimi tempi ci troviamo di fronte a uno sconcertante fenomeno: commesse sempre più scorbutiche e maleducate, soprattutto nei confronti di una clientela femminile, con gli uomini sono più dolci. Mentre i commessi uomini appaiono più rispettosi le donne commesse sono tracotanti e superbe. Di solito davanti alla cliente parlano fra loro, ridono per ogni sciocchezza e guardano la donna di turno dall’alto in basso, specie se questa non è giovane e bella. Sono ironiche in alcuni casi, velatamente offensive, indifferenti e strafottenti. I loro occhi pungono come vespe, i loro sguardi sono fieri come quelli delle leonesse, il loro atteggiamento è altero. Le signore per bene, non abituate a questo tipo di atteggiamento, restano di ghiaccio e spesso mortificate rinunciano a frequentare quella boutique, quel negozio particolare. Si rimpiange il negozio a conduzione familiare dove la moglie attempata del proprietario faceva gli onori di casa con il massimo rispetto. Ora negozi di scarpe, di abbigliamento, alimentari pullulano di queste ragazze poco più che adolescenti che, nate nel benessere economico e belle, si sentono importanti. Alcune vengono scelte proprio per la loro vistosa bellezza che serve ad attirare la clientela. Le coetanee si trovano bene ovviamente con loro, ma le donne mature incontrano sempre delle difficoltà oltre la voglia di sprofondare davanti a certe facce impertinenti. In fondo al mondo affasciante delle commesse si chiede poco, un briciolo di educazione. In solitudine o con le amiche possono pure sorridere di alcune clienti, ma palesemente è richiesto un comportamento impeccabile. Nel caso in cui non si riesce a seguire le elementari regole di convivenza civile si può anche cambiare mestiere. Costringere un cliente a fuggire non credo rientri negli interessi dell’azienda per cui lavorano. Questa realtà nascosta va denunciata prima che la situazione si complichi e precipiti. Ai datori di lavoro si richiede quindi una maggiore attenzione nelle fasi di selezione delle aspiranti commesse. Essere gentili costa poco basta un sorriso. Un sorriso al mattino può incoraggiare una persona anziana, malata, indifesa. Un sorriso giovane può dare ossigeno a un’esistenza scialba. Non neghiamo ossigeno a chi ne ha bisogno.

 

Ester Eroli

 

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