Eunuchi

La parola eunuco viene dal greco classico e si riferisce alla mutilazione genitale che subivano i ragazzi nei tempi antiche in età puberale e prepuberale per vari scopi e motivi. Era molto diffusa in Africa, Asia, nei riti di prosperità come tributo alla divinità. In Spagna era diffusa e in Cina, anzi da alcune novelle orientali si evince che furono i cinesi i primi popoli a praticarla assiduamente. L’evirazione era di due tipi bianca che prevedeva solo l’asportazione dei testicoli, nera se riguardava le gonadi e il pene. Nelle corti orientali si tendeva a rendere impotenti gli uomini addetti al controllo dell’Harem e la sorveglianza dei ginecei. La cerimonia di evirazione era una funzione civile e religiosa allo stesso tempo. Nell’antico Medioevo la castrazione veniva fatta per rendere le voci dei cantanti nelle chiese e nei teatri bianche. Nel settecento molti soprani erano evirati, ed erano definiti soprani naturali in contrasto con quelli che dovevano fare il falsetto,  persino prima della pubertà. Alcuni morirono dopo questa pratica, altri ebbero infezioni,  emorragie, impotenza, infertilità. Se la voce catofona faceva un certo effetto altrettanto non ne faceva il corpo quasi femminile, privo di muscoli e peli e il carattere sempre remissivo e apatico. In oriente molti eunuchi erano schiavi che poi si ammalavano di esaurimento nervoso. Molti morivano durante la mutilazione altri dopo. Sultani e califfi  in Arabia e anche in Sicilia si circondavano di eunuchi messi a guardia di Harem dove avevano anche incarichi amministrativi e governativi, militari.

Nel 1707 esce il trattato degli eunuchi dove si scopre che i fanciulli erano narcotizzati con l’oppio per la operazione. In assenza di testosterone presente nei testicoli i ragazzi avevano la voce greve, infantile, il pene e la prostata piccoli e assenza di barba e desiderio sessuale. Tuttavia alcuni avevano labili istinti sessuali a causa del funzionamento di alcuni ormoni di origine surrenale. E’ il caso del cantante del 700 Farinelli che aveva molte donne. In Cina molti furono guardiani dei templi, ebbero titoli e onori e spesso lavoravano in gruppo. Molti mettevano i testicoli in un barattolo e li facevano seppellire con loro alla morte.

Al tempo dei romani gli eunuchi erano ammessi al culto di Cibele. In suo onore durante una cerimonia pubblica orgiastica  si tagliavano da soli pene e testicoli  con un coltello di pietra ogni anno il 24 marzo. Gli schiavi a Roma detti molles, ossia effeminati, erano pagati di più e costituivano il divertimento profano di molti ricchi. Alcuni erano addetti alle danze e nei banchetti. Nel Cairo, a Samarcanda, si facevano castrazioni in serie e gli schiavi eunuchi erano venduti al mercato. Nell’ottocento si praticava sui bimbi per favorire l’estensione vocale della voce sia nella musica sacra che profana.

Attualmente in India si dice che si sia un mercato segreto per gli harem privati.

 

Ester Eroli

 

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