Il riscatto del popolo

Il riscatto del popoloSpesso siamo rimasti impressionati dalle rivolte popolari, dalle rivoluzioni, dalle folle scatenate che sono avvenute nel corso della storia. Sono stati rivolgimenti rapidi, spesso violenti, vitali, sconvolgimenti prodigiosi. Nelle varie epoche storiche anche il popolo ha fatto la sua parte. I governanti di rado sono scesi a patti con il popolo, il più delle volte la baraonda e il clamore è stato messo a tacere. L’insolenza del popolo qualche volta è stata repressa. La liberazione del popolo solo qualche volta è avvenuta. Il popolo mal nutrito, oppresso spesso si è rivoltato, sperando in nuove risorse, in un futuro migliore. Il popolo si è unito con i ribelli per rovesciare e abbattere il potere e trovare sollievo alle fatiche del vivere in povertà, in miseria. Molti poteri non sono stati scardinati nonostante gli sforzi e sono avvenute persecuzioni nei confronti dei dissidenti e sono seguiti periodi di terrore. Molti si sono suicidati per sfuggire alle rappresaglie. Poi il popolo generoso ha dimenticato, ha perdonato facilmente, ha fatto finta di niente. A un certo punto il popolo ha capito che non era il caso di spaventarsi, di stupirsi più di tanto, di nutrire illusioni. Le rivolte erano utili fino a un certo punto, non sempre erano efficaci. La missione del popolo è una missione sfortunata in cui bisogna solo ubbidire e contemplare la forza oscura del potere. Nel tempo molti sono stati i popoli respinti, ripudiati, perseguitati. Il popolo non ha mezzi di sussistenza, non ha forza, è come un bimbo nato in una casa povera, indecorosa. Il ruolo del popolo è un ruolo modesto, pieno di ansie, privo di ambizioni concrete. Il lusso, le voluttà, la ricchezza non sono adatte al popolo che si pasce solo di malinconia, della polvere della vittoria altrui. Il popolo è costretto a muoversi, ad emigrare, magari a illudersi mentre festeggia in piazza ubriaco la fine di una dittatura, mentre già se ne prepara un’altra peggio della prima. Il popolo si complimenta per i prigionieri liberati mentre già vengono arrestati altri, magari importanti. Il popolo deve solo lavorare non sognare, senza spinte di ribellione, deve solo cercare una protezione, una raccomandazione del potere per andare avanti. L’esperienza insegna che non ci possono essere basi di intesa con il potere accentrato e forte, quello dal pugno duro. La matassa del potere è intricata. Il popolo resta esiliato, guardato con diffidenza. Ogni pretesto è buono per combattere e soffocare le pretese del popolo. Il popolo viene spiato, asservito, schiacciato. Di solito il popolo viene tenuto all’oscuro, ai margini, non deve sapere le ultime novità. Al popolo non arrivano notizie, il popolo non può inserirsi in nessuna conversazione seria. Cambiano i governi ma il muratore si alza sempre alla stessa ora e percepisce lo stesso salario. Nessuno trasmette notizie al popolo, nemmeno le più insignificanti. Persino i preti evitano di dire qualcosa di preciso sull’aldilà e sul paradiso. Eppure forse solo in paradiso ci sarà il riscatto assoluto delle masse.

 

Ester Eroli

 

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