La storia di sant’Agnese, patrona delle fidanzate

Il ventuno gennaio si celebra santa Agnese vergine e martire patrona delle fidanzate, , della ricca famiglia Clodia,  giorno del suo martirio avvenuto a dodici anni per volontà di Diocleziano. Il figlio di Senfronio, prefetto di Roma, si era invaghito di lei e al suo rifiuto fu incatenata, messa in un postribolo, dove avvennero dei miracoli, e poi giustiziata per il suo rifiuto di divenire sacerdotessa delle vestali. Accusata di magia fu martirizzata sul rogo, ma le fiamme si divisero e i capelli crebbero all’improvviso a coprire le sue nudità, e allora fu uccisa  con un colpo alla gola come si fa con gli agnelli, viene raffigurata sempre con un agnello simbolo di purezza e il giorno della sua festa si benedicono gli agnelli. Il cranio si trova nella chiesa di piazza Navona che porta il suo nome. Fu sepolta sulla nomentana dove sorge la basilica voluta da Onorio III. Nella cattedrale di Palermo si trova una sua statua.

Troviamo anche santa Agnese di Montepulciano, vissuta nel settecento, appartenente all’ordine domenicano, originaria di una nobile famiglia toscana, che divenuta badessa a Viterbo, fondò un monastero di cui fu priora in cui andarono come suore anche alcuni nipoti di santa Caterina. Il suo corpo incorrotto si trova nella cattedrale di Montepulciano sotto l’altare maggiore.

Bisogna poi ricordare santa Agnese di Boemia, nata nel 1200 circa a Praga e che entrò nell’ordine di santa Chiara. Fondò un monastero e un ospedale.  Promessa sposa entrò nel monastero circestense di cui divenne badessa dopo la conversione avvenuta per un messaggio di san Francesco di Assisi. Ha fondato pure una confraternita laica passata poi ad ordine religioso. E’ stata proclamata santa nel 1989 per volontà di Giovanni Paolo II.

 

Ester Eroli

 

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