Le donne nelle mostre

Le visite alle mostre, ai musei è sempre una occupazione gradevole, una meravigliosa esperienza sia fatte da soli che in compagnia di amici fidati, conoscenti, parenti, compagni. Spesso si  tratta di musei famosi o di mostre prestigiose come quelle fatte nella capitale su Salvador Dali e su altri illustri artisti. Interessanti sono anche le mostre allestite nelle varie sagre. La nostra cultura se atrofizzata si rivitalizza piacevolmente. Assaporiamo dei pasticcini della cultura. Vediamo quadri maestosi di tramonti infuocati, statue di marmo, collezioni di gioielli.

Le nostre visite, escursioni nel campo della cultura  sono spesso però, specie se siamo donne, avvelenate, penalizzate  dal comportamento di alcune visitatrici donne. Alcune donne, specie se ricche e benestanti, si aggirano nelle mostre e nei musei con aria di superiorità, si atteggiano a grandi esperte, ci scrutano con occhi critici, ci guardano torvo. Abbiamo la disgrazia di essere entrate in quel luogo. Si sentono le uniche depositarie del sapere. Noi siamo escluse, recluse. Ci guardano come a dire: come mai ti trovi in questo posto? tu cosi insignificante come osi venire nel tempio dell’arte? come osi camminare in questo luogo al mio fianco? Ci guardano strano, fanatiche ci molestano con ostentazioni di abiti firmati e occhiali di marca, borse di pelle, gioielli. Parlano a voce alta per far capire che sono colte, preparate. Parlano fra di loro se hanno amiche facendo pettegolezzi e lanciando insulti alla nostra persona. Ci deridono e in questo modo la nostra visita è compromessa. Usciamo irritate, stanche, rassegnate. Siamo annoiate. Non ci gustiamo nulla, e dobbiamo sempre allontanarci da queste donne moleste, ma loro per dispetto ci raggiungono, ci incalzano.

Ognuno nelle visite dovrebbe concentrarsi su quello che vede senza pensare agli altri presenti. In fondo per entrare si paga un regolare biglietto e l’accesso è consentito a tutti.

 

Ester Eroli

 

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