Lo zapping

La parola zapping viene dall’inglese, come tante altre dell’uso quotidiano italiano, dal verbo zap nel senso di uccidere, schiacciare un insetto molesto. Il termine coniato dal cinema è stato usato in America per indicare il telecomando della televisione che si chiama appunto zapper.  Zapping significa cambiare canale di frequente e velocemente  per fare una carrellata di canali televisivi in cerca di programmi, per fare una panoramica. Si è accentuato enormemente con l’avvento del digitale terrestre e della tv satellitare. Questa oziosa iperattività denota una  evoluzione moderna del fenomeno televisivo ma sottolinea anche la sua scadenza a chiaro oggetto di consumo. Quel passare oltre porta a distrazione, a deconcentrazione a superficialità.

Lo zapping è divenuto un fenomeno culturale che molti fanno tra le mura domestiche. Si usa generalmente per saltare la pubblicità per molti noiosa e per non perdere tempo. Negli Stati uniti è un fenomeno di costume. Spesso serve per saltare programmi noiosi. Molte rubriche televisive portano il titolo zapping perché sono condotte con tecniche particolari.

Lo zapping veloce ricorda il cambio veloce di casacca di certi politici e per certi versi appare desolante. Spesso quando si torna al programma prescelto questo è già iniziato e si fa fatica ad orientarsi. Lo zapping è banale e non da nessuna soddisfazione. Si tratta di un sublime peccato dei teledipendenti. Non va respinto perché sbagliato ma solo perché sterile.

I media, il mondo della comunicazione che ci spia e controlla ha scoperto da tempo questo trucco e di solito quando cambiamo canale per la pubblicità negli altri troviamo la stessa pubblicità che volevamo eliminare. E’ inutile pavoneggiarsi, pensare di essere furbi. Noi per i media siamo manovalanza da manipolare come oggetti. Liberarsi è una impresa ardua. Siamo spiati dal buco della serratura, i nostri gusti orientati  ad arte e alla fine ci piace solo quello che ci propinano. Crediamo di avere delle preferenze, dei gusti vari, delle relazioni libere ma siamo compressi dentro ingranaggi perfetti che ci stritolano. Si può volare lontano solo con il sostegno della fantasia che non si allea, che non si fa mettere nel sacco, che non cerca di influenzare.

 

Ester Eroli

 

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