MARINETTI

Ravenna, il cui nome è di origine umbra ed etrusca, collegata al mare da un semplice canale,   è stata in passato per ben tre volte capitale ed è considerata una delle più importanti città italiane per via dei suoi monumenti paleocristiani come il mausoleo di Galla Placidia, sorella dell’imperatore Onorio, il mausoleo di Teodorico  e per la tomba di Dante che si trova vicino al convento di san Francesco. Il sarcofago ricco di un bassorilievo di Pietro Lombardo è di epoca romana. La città è ricca di siti archeologici, palazzi storici, resti di ville romane e bizantine, aree naturali, resti di vecchie cinta murarie, di biblioteche storiche come quella di storia contemporanea, musei come quello arcivescovile e nazionale. Importante è la pinacoteca civica con collezioni di mosaici, il museo dantesco e quello del risorgimento e l’originale museo degli strumenti musicali, teatri come il teatro Alighieri. Ogni anno si svolge qui il festival del fumetto e quello del cinema giapponese.

Nel 1877 il poeta irlandese Oscar Wilde visitò la città e ne rimase incantato al punto di dedicarle una lirica dal titolo appunto Ravenna. Molti scrittori e pittori si ispirarono a lei. Nel 1964 qui venne girato il film Deserto rosso che prese il leone d’oro.

La città ospita la casa di Marinetti, fondatore del futurismo che prese piede intorno al 1911. Marinetti abbandonati gli studi di diritto si dedicò, spinto dall’influsso materno, alla poesia cui dedicò una rivista. Le prime poesie in lingua francese furono pubblicate su riviste milanesi e parigine. Nel 1909 fondò il manifesto del futurismo una corrente rivoluzionaria di avanguardia che ebbe dei seguaci  e che poi sconfinò nell’astrattismo e creò un nuovo linguaggio anche poetico. Gli aderenti furono tutti personaggi eccentrici e genali.  Molti teorici erano nati a Ravenna. Esiste anche un museo, una specie di mostra, che ripercorre le tappe del movimento futurista, la sua vicenda figurativa e la fase  finale con le sue trasformazioni. Sono esposti collezioni, disegni, ritratti  dagli anni venti agli anni sessanta. Ci sono immagini con carboncino e pastello.

Se passiamo a Ravenna non dobbiamo dimenticare questa tappa.

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