Dissacrazioni

DissacrazioniViviamo in una realtà complessa ma non ce ne accorgiamo, non ci facciamo caso talmente siamo assuefatti. Siamo come fiori freschi ignari del gelo precoce che arriva fino in fondo a uccidere il profumo. Cerchiamo solo di fuggire dal dolore, cercando di nasconderlo, di non guardare in faccia la verità. Cambiamo discorso per non cadere nell’incertezza assoluta. Solo ogni tanto ci vengono dei sospetti che poi sottovalutiamo. I vincoli sentimentali stanno sempre più degenerando segno di una società profondamente in crisi. Intanto la gente come niente fosse continua la propria vita dissoluta, ad ammirare la bellezza, a biasimare le separazioni. Nessuno sente vergogna per i rapporti condotti sul filo della maleducazione, della vanteria. Il divorzio è sempre il colpo terribile che arriva alla fine, allo stremo delle forze, nonostante l’insolenza e la rabbia. Quali sono i sintomi che annunciano la fine di un rapporto amoroso di qualsiasi natura esso sia?. Molti hanno ceduto che fossero i pensieri di libertà, l’ansia di nuovo, il voler essere al centro di ogni interesse, la rabbia e l’orgoglio, l’idiozia e la repugnanza, l’impazienza, la lite, la sottomissione e l’autorità gli sbalzi d’umore, i risentimenti . Invece i sintomi sono ben altri. Si può dire che una storia è arrivata alla frutta quando si dissacrano in modo sfacciato, morbosamente tutti gli elementi che avevano caratterizzato l’idillio. Si odia e non si mette più piede nel ristorante preferito, per anni luogo privilegiato di incontro, si rifiuta di ricordare il primo bacio nel giardino, si rifiuta la panchina che ci ha visto uniti, l’albero in cui ci si arrampicava insieme da piccoli. Una dissacrazione sistematica di tutti i simboli dell’amore. Si odia il bianco e non lo si indossa più anche se era il colore che indossavamo al primo incontro. Tutti i simboli vengono smascherati, ridotti in cenere con disinvoltura, trattati come di serie b, inutili e insignificanti. Le carte con cui si giocava vengono cestinate, gli oggetti regalati gettati nel cestino, il palloncino a forma di cuore bucato, i regali abbandonati, lasciati a se stessi in un angolo polveroso. I ricordi che vengono accantonati, non più stimolati. I simboli vengono maltrattati, giudicati, distrutti. Si abbattono sistematicamente tutti gli emblemi. Rimane solo un giudizio caustico, duro sui vecchi simboli che ora non contano più nulla. Le dissacrazioni sono pugnalate al cuore, sono ferite senza sangue. Segno evidente che il trasporto è finito, come il mistero, la gioia. Non si sente la mancanza dei simboli come un pelusche, una catenina. La mente con sorpresa assorbita da altre idee. Le umiliazioni allora diventano il fulcro della vita. Bisogna trovare il coraggio di lasciare per rispetto di se stessi, della propria sensibilità. In caso contrario le dissacrazioni continuano senza freno. Una voce interiore ci spinge verso altre relazioni, più stimolanti che invece aprono la strada inevitabilmente ad altre dissacrazioni, dietro l’angolo, in agguato, più esuberanti, più impulsive, più dolorose delle precedenti.

 

Ester Eroli

 

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