PASSWORD

Viviamo in un mondo tecnologico dove i pc, i tablet, fanno da padroni. La nostra vita è legata a una macchina, dipende da lei, dai suoi umori, dai suoi capricci, tutto dipende dalla connessione. Se siamo connessi ci sentiamo attivi, felici, appagati , se non siamo online siamo in ansia. Il lavoro, la carriera sono legati al computer, ma anche il tempo libero, il divertimento, la comunicazione. Non telefoniamo a un parente, non sentiamo la sua voce, il suo umore e ci colleghiamo scrivendo aride frasi di circostanza sui social. Sui social sfoggiamo tutto un repertorio di fotografie felici delle nostre vacanze, delle nostre feste, delle nostre gite. Per molti i social sono luoghi simbolici di ostentazione della propria bravura, ricchezza, bellezza. Tutta una sfilza di foto servono per mettere in luce curve del corpo, bellezza delle gambe, sontuosità di ville  e feste. Non si mostrano mai foto al naturale in cui ognuno appare discinto. Alcune foto sono capolavori e vengono ritoccate. Ci sono quelli che nei siti di incontri mostrano foto di gioventù che sono lontane dalla verità. Poi al varco di aspetta un uomo attempato e una donna anziana. Ci sono quelli che mostrano foto particolari di sport, di attività per alimentare il culto di sé e i seguaci. Ci rasserenano solo i like e i commenti piacevoli, i complimenti, le frasi divertenti, le espressioni azzeccate. Per principio vogliano apparire al meglio. Ognuno si porta dietro una buona dose di vanità. Sui social ci si accorge che ogni volta la storia si ripete monotona, ostentazioni, immagini seducenti. Il tema caro, predominante è apparire brillanti. Ci si scioglie davanti a un complimento galante magari falso, davanti  a parole inutili.

Il problema con il tempo è dato dalle password, ci vuole una per facebook, una per le varie poste elettroniche, una per la posta, per la banca, per il commercialista, poi ci vuole la posta certificata e alla fine si impazzisce e diventa difficile ricordarle tutte. Mettiamo sempre le stesse ma poi siamo in ansia perché qualcuno potrebbe indovinarle e aprire i nostri documenti. Poi magari mettiamo password complicate, complesse che non ricordiamo. Prima di una riunione di lavoro ci affrettiamo a cambiare la password per timore di qualche intruso. Allora ci facciamo una agenda con l’elenco di tutte le password compresa quella dello spid. Poi ci mettiamo le mani ai capelli quando per puro caso perdiamo l’agenda. La scomparsa della nostra mitica agenda ci mette in fibrillazione. Mettiamo tutto nel cellulare e quando questo ci viene rubato restiamo letteralmente a bocca asciutta con lui se ne sono andate tutte le password.  Ci sono pc che chiedono il cambio ogni quindici giorni e alla fine non sappiamo più che nomi e numeri cercare, spesso abbiamo esaurito il repertorio, gli argomenti. Non basta il nome del nostro cane, la nostra data di nascita diventa banale e scontata. Allora si cercano nomi astratti, mitologici, si prendono a prestito nomi di fantasia o della storia e dello spettacolo. Bisogna sempre variare come il menù della cucina. I cambi repentini ci esasperano, vorremmo farne a meno. Poi scopriamo che la nostra password tanto ben congegnata è uguale a quella del nostro migliore amico e restiamo con un palmo di naso.

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