PRIMAVERA

La primavera è una stagione molto complicata,  giornate di sole si alternano a giornate piovose, di vento, persino freddine. Per le giovani donne, specie turiste  è un piacere girare nei centri storici composte a testa alta, spavalde, vispe  con abiti scollati e succinti.

Nel centro della città ci sono anche persone che lavorano, professionisti che si alzano molto presto al mattino per ragioni di lavoro, per impegni e che poi non possono presentarsi al lavoro con abiti troppo appariscenti. Certi lavori non consentono abiti leggeri neppure in estate, bisogna stare in giacca e cravatta in tallieur.

Certamente chi si alza molto presto al mattino si rende conto che l’aria è ancora gelida e quindi di conseguenza usa abiti appropriati per ripararsi ed evitare un malanno. Dopo nel corso della giornata l’aria si scalda e allora certe persone con abiti più pesanti possono apparire ridicole ma il problema è che si alzano prestissimo a differenza di chi è in vacanza o lavora in modo diverso con orari diversi.

Certe persone educate, discrete, vengono prese di mira da ragazze audaci, da ragazzini maleducati solo perché indossano un cappottino, un indumento un po’ più pesante rispetto a quello richiesto dalle temperature. Alcune donne anche mature, alcune ragazze sono inclini a ridere della persona, dell’uomo con la giacca, della donna con il cappotto. Le persone con abiti più pesanti sono derise, additate, guardate con sospetto, con ironia manifesta, sono puntate con occhi penetranti.

Per molti quindi l’arrivo della primavera rappresenta un momento traumatico , di tensione emotiva, di vibrazione interiore . Alcune turiste mezze nude sono tremende nei loro giudizi e nella loro valutazione. La primavera per molti può essere fonte di delusione, di esclusione, di paura del giudizio altrui. Per molti il passatempo più divertente è quello di tormentare gli altri, invece farebbero meglio a leggere un buon libro. Certe ragazze edificate dalla attenzione morbosa degli uomini sono superbe e esprimono giudizi che suonano come scherni, come condanne. Nessuno corregge questi comportamenti maleducati , si avvede dell’errore di valutazione. L’educazione dei giovani al rispetto dovrebbe riguardare tutta la collettività. In fondo cosa importa se una persona veste più pesante se si è nudi? L’importante è stare bene con se stessi. Cosa importa a un giovane spensierato se un adulto magari avanti con gli anni indossa un giubbino più pesante? Saranno pure affari suoi, potrebbe avere un serio problema di salute, e allora perché ridere sguaiatamente? I genitori fingono indifferenza ma hanno la coscienza sporca per avere educato delle persone irrispettose.

Certe persone sono amareggiate da certi atteggiamenti discriminatori. I giovani che ridono a crepapelle sono poi quelli che sfilano per i diritti, per la libertà e la solidarietà, però loro sul campo non hanno alcun rispetto, non rispettano la libertà sacrosanta degli altri.

Le persone bersagliate spesso non si imbarazzano per gli sguardi di troppo, non si rimettono al giudizio dell’uomo della strada, non si trascinano per nascondersi, non tremano di rabbia e sdegno, prestano poco ascolto a insinuazioni di bassa lega.

Ci dovrebbe essere un certo ravvedimento. La salvezza di noi tutti dipende dalla buona educazione.

 

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