RIVALI

Ci sono persone che sono cresciute da sole negli orfanotrofi o sono state adottate e l’hanno saputo, è quindi hanno una nostalgia per la famiglia. Ci sono anche quelli che invece hanno famiglie problematiche, un padre alcolista, un fratello drogato che trascina gli altri fratelli nel baratro della dipendenza, un padre disoccupato o assente, una madre prostituta, genitori morti in incidenti o malati di tumore. Molti sono cresciuti con nonni, zii, badanti. L’esperienza di essere senza famiglia non è esaltante. Anche se vi è una tutela dei minori la vita di certi adolescenti inserita in certi contesti è difficile. Altri che sono stati adottati vanno alla ricerca dei genitori naturali. Molti figli di ragazze madri cercano di rintracciare per forza l’altro genitore in una ricerca spasmodica. I bambini che hanno avuto certe esperienze hanno atteggiamenti da adulti, sono più maturi. Molti giovani sono costretti a una vita pietosa senza affetti, senza divertimenti solo aggressioni e botte da parte di un genitore violento e burbero. Ci sono padri autoritari, dispotici  che controllano i figli che li  esasperano. Ci sono bambini che hanno assistito a un femminicidio e sono inquieti e lo saranno fino alla vecchiaia. Ogni storia da narrare ha un profilo diverso, ha un ambito diverso. Ci sono poi i figli di famiglie ricche che cercano di sfruttare al meglio la loro posizione e crescono viziati, aridi e hanno sempre una infanzia felice ricca di balocchi e trastulli. Di solito crescono superbi e ironici.

Ci sono poi le famiglie normali, in una posizione intermedia all’interno della quale si trasmettono valori. Il clima apparentemente sembra sereno. Sembra che ci sia rispetto, correttezza, cortesia.

In verità è solo una vetrata  all’apparenza limpida che ha profonde incrinature ed è prossima a rompersi e frantumarsi come uno specchio rotto.

All’interno ci sono dissapori, contrasti, rivalità. Ci sono sempre gare, contrasti, botte e risposte. Ci sono gare per auto, vacanze, case. Se uno si presenta con una auto nuova l’altro il giorno dopo si presenta sotto casa del parente con un auto nuova simile. E’ come una partita di tennis dove la palla viene restituita subito dopo per ribattere punto per punto. Se uno va in vacanza alle Maldive l’altro manda a tutti i parenti cartoline dalle Maldive di rimando il mese dopo, l’anno dopo non perde tempo per ribattere il punto. Se uno poi fa una cosa originale, compra una cosa l’altro prova invidia e poco dopo cerca di fare meglio, di comprare una cosa simile ma migliore. Si vuole dimostrare sempre di essere superiori. Si vuole vincere sui parenti, mostrarsi superiori ad ogni costo. Non mancano motteggi nei confronti di chi è rimasto indietro. Chi ha un auto usata è deriso, come chi frequenta posti di mare comuni. Molti per arrivare dove sono giunti gli altri si industria, fa carte false, usa scorciatoie. Se una persona usa in una cerimonia un abito di raso rosso, l’altra parente rivale è pronta a comprarsi lo stesso abito ma più eccentrico e bello ma pur sempre di raso rosso. Si vuole sopraffare per paura di perdere, ma perdere cosa? Il posto in classifica. Si stila una classifica dei parenti più ricchi e famosi che sono quelli più apprezzati, gli altri restano indietro come pupazzi senza valore. Le gare per le scuole dei figli sono all’ordine del giorno, come per le settimane bianche.  Chi passa le vacanze in un agriturismo in mezzo a una campagna sperduta è guardato con ironia, giudicato un poveraccio senza soldi. Le vacanze specialmente devono essere sfavillanti, devono essere raccontate per filo e segno con le foto ricordo e sui social. Nessuno muta rotta. La rivalità in certi casi diventa spietata, accesa. Si arriva agli insulti, ai sospetti, agli sgambetti, ai tranelli e raggiri. Le cose private sono sbandierate per fare vedere ai parenti il proprio lusso. Non si fanno gli auguri di natale ma poi si invia al parente il saggio scritto dal proprio figlio. Tutto serve per far vedere, per ostentare, per carpire l’attenzione altrui. Se un parente esplora la savana, il tibet la patagonia per ragioni di lavoro sicuramente tutti i parenti andranno in vacanza da quelle parti. Nessuno mira a distinguersi, a fare cose diverse a interrompere la catena dei paragoni, delle gare, dei contrasti. Le gare spesso diventano corse podistiche, snervano, distruggono. All’interno di queste gare non c’è amicizia solo invidia, rabbia, smania di imporsi e primeggiare in modo perfido, persino cattivo. Si arriva a detestare, a fare delle cattiverie a chi è più stimato e apprezzato. Si arriva per invidia a fare dispetti, a sottrarre amicizie e altri parenti. Spesso si creano squadre, clan ci sono quelli che si schierano che difendono una fazione piuttosto che un’altra.         Poi si arriva a non partecipare a nozze, funerali, a non invitare in certe feste. Si arriva a fare sgarri e maleducazioni accecati dalla gara in corso. Nei rapporti familiari bisognerebbe essere se stessi. Invece si telefona al parente solo quando si ha bisogno o solo per fargli sapere che nostro figlio si è laureato dopo anni di silenzio, ammesso che l’altro sia interessato a noi dopo un buco e una assenza di anni. Dentro certi rapporti parentali in cui si gareggia soltanto l’amicizia è un lusso che si paga a caro prezzo.

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