Savana: la culla dell’uomo

Savana: la culla dell’uomoPer noi che viviamo in zone temperate, dove le piogge non sono né troppo scarse né troppo abbondanti, le quattro stagioni sono ben definite, il caldo ed il freddo si alternano proporzionalmente durante l’arco dell’anno,  è difficile renderci conto di vivere in un ambiente favorito dalla sorte. Sovente ci lamentiamo del nostro clima, se l’inverno è troppo lungo e piovoso o se l’estate è troppo corta ma afosa, senza minimamente ricordare che, in molte zone della Terra esistano problemi di ben altra consistenza e gravità, relativi all’eccesso di calore o ai geli prolungati, alle conseguenti siccità o alle piogge torrenziali.

Il clima temperato è sicuramente il più equilibrato, il” mediterraneo” in particolare, è di gran lunga il più mite e di conseguenza il più piacevole possibile. Consente, infatti, lo sviluppo d’ogni tipo di agricoltura e quindi l’autosufficienza alimentare, conferendo al territorio l’aspetto di un mosaico in cui si mescolano tutti gli aspetti del ricco paesaggio.

Nel nostro pianeta esistono immense distese di tutti i tipi: foreste, praterie, deserti, ghiacciai etc. e, all’interno di esse, esistono tuttora zone inesplorate e, per fortuna, “incontaminate” che, sfuggono al controllo dell’uomo, ma che, nel contempo conferiscono un senso di grandiosità e di timore che non è ovviamente riscontrabile nei territori civilizzati…E’ così anche per la “Savana”, il cui fascino risiede, appunto, nella sua grandiosità, negli spazi immensi che la caratterizzano, dove non c’è nulla di scontato, di prevedibile…di sicuro.

Savana è un termine aruaco, popolo indio dell’America Latina, che significa: tovaglia o lenzuolo. Un lembo di tela quindi, come quello che, a suo tempo, avvolse il cucciolo d’uomo!

Molti scienziati dediti alla ricerca della storia dell’uomo e della sua evoluzione quali  antropologi, archeologhi, paleontologi, etc. ritengono che proprio nella Savana si sia verificata l’alba dell’uomo e che, in tali ambiti si siano sviluppati i passaggi fondamentali della sua evoluzione. Pensano che molte scimmie, specie le antropomorfe, che prima vivevano nelle foreste arrampicandosi sugl’alberi, siano state costrette a scendervi  e a soggiornare sulla terra allorché si resero conto del progressivo regresso della foresta nei confronti della sempre più avanzante Savana. Tale costrizione avrebbe favorito loro la tendenza a comminare sulle sole zampe, incitando la spina dorsale a sollevarsi ed ad erigersi per permettere un incedere più agevole ed una presa più facile per il prelievo dei frutti di cui si cibavano. Una volta assunto tale nuovo assetto corporale, quindi, i nostri antenati hanno potuto utilizzare le braccia e le mani per altri scopi, anziché arrampicarsi o camminare…Mano e cervello, pertanto, si sono celermente evoluti…Il nostro primate è diventato  homo, dapprima erectus, poi habilis infine  sapiens, anche se, permettetemi la battuta, al giorno d’oggi è sempre più: homini lupus!

La Savana, quindi, è stato il primo scenario nella quale la specie umana si è formata, la nostra culla, senza di essa probabilmente non saremmo come siamo…forse…non esisteremmo neppure!

 

Adriano Zara

 

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