SCIACCA

Sciacca in provincia di Agrigento, con la sua forma urbanista araba,  è un noto centro turistico e termale. Il toponimo è di origine araba viene da un verbo che significa separare, dividere e allude alla sua posizione nella linea di confine fra due distretti provinciali. La zona è ricca di particolarità come il santuario di san Calogero del XVIII secolo ricco di fastose decorazioni barocche e ceramiche locali, il museo del carnevale con documenti, foto, statue, sculture, e opere carnevalesche di cartapesta,  il museo del mare con riferimenti alla sagra del mare che si svolge ogni anno a fine giugno e che vede la processione in mare con la statua di san Pietro e la festa in piazza con i gamberi fritti gratuiti per tutti, il museo del giocattolo risalente al 1890, la casa del sapone, un museo sul sapone e il suo uso in cosmesi che si trova in un edificio rurale.

L’attrazione di Sciacca è il castello incantato, un vero museo all’aperto con teste scavate nella roccia di vario tipo e dimensione da un artista contadino Filippo Bentivegni morto nel 1967. Le teste ritraggono pure personaggi famosi e volti noti. L’artista dopo una delusione d’amore si sarebbe rifugiato negli stati uniti e poi sarebbe tornato in patria. Avrebbe per primo realizzato teste in pietra della sua amata e del suo rivale. Negli anni sessanta furono giudicate dei capolavori ed esposte nel museo art brut di Losanna.

Sulla spiaggia di Sciacca si possono ammirare pure le opere in legno di un artista locale realizzate con materiale riciclato che hanno dato vita a oggetti, forme di animali ecc. Sono state recuperate pure le parti in legno delle barche in disuso e decorate con pittura  a olio. Si trovano molte botteghe artigiane di maioliche dai colori vivaci come blu cobalto, giallo, verde. Sono state riaperte di recente antiche fornaci per la cottura. L’ arte della ceramica risale al XIV secolo.

Sciacca è famosa per i suoi dolci tipici. Abbiamo le crepe fatte con mandorle tostate ripiene di crema di latte con scaglie di cioccolato  create dalle monache di Badia grande.

Abbiamo poi le cucchiteddi dolci creati per la prima volta nel medioevo nel 1380 da suore di clausura del monastero di santa Maria in Itria . Sono bocconcini di pasta di mandorle a forma di cucchiaio farciti con zucca verde candita e glassata.  Sono stati fatti in alternativa al cannolo siciliano nei periodi in cui scarseggiava la ricotta. Si dice che l’impasto di mandorle sia di origine araba.  Sul dolce la glassa sul lato sinistro fu aggiunta dopo. Al posto della glassa spesso si usa lo zucchero a velo. I dolci si cuociono in forno in una teglia.

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