Sistema di vita accelerato

Sistema di vita acceleratoViviamo in un mondo dove la macchina ha progressivamente soppiantato l’uomo. Molti lavori prima svolti da braccia umane ora sono delegati a veloci macchine automatiche. Pensiamo ai caselli autostradali dove compaiono macchine distributrici di tagliandi di viaggio. Il lavoro umano manuale nel tempo si è ridotto. In alcuni settori sono solo le macchine a operare e l’uomo deve solo dare i comandi. Si presume quindi che l’uomo abbia più tempo libero a disposizione. Il lavoro si è sofisticato per così dire, diversificato. In alcuni campi è richiesta massima concentrazione, ma poco lavoro stancante fisicamente. L’uomo dovrebbe apparire più rilassato, meno preso dalla frenesia logorante di una vita sotto stress. In realtà non è affatto così. Il sistema moderno di vita è tutto impostato sulla fretta, sulla corsa veloce a ritmi allucinanti. Si lavora affannati per rispettare i tempi di consegna, ci sono lavori che non lasciano il tempo nemmeno per respirare tanto sono complessi, lavori che necessitano di essere veloci al massimo. Persone razionali e calme non vengono considerate dai datori di lavoro che prediligono prevalentemente persone dinamiche, rapide e sprint. Nei colloqui di lavoro sono le persone serene ad essere scartate, perché giudicate troppo lente e riflessive. Ma questa folle corsa non contraddistingue solo il lavoro, si estende a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Si mangia velocemente nei fast-food, si corre sulle strade ad alta velocità e si finisce per investire le persone, si cammina a passo svelto sui marciapiedi. Ma il colmo lo si raggiunge in vacanza quando si diventa turisti. Gruppi turistici in visita alle città d’arte abbandonano a se stessa una persona che si è sentita male per continuare la visita guidata del centro storico. Le guide accompagnatrici di solito hanno i minuti contati e si sbrigano a dare le informazioni necessarie del tour. Si visitano le città persino a notte fonda per guadagnare tempo ed avere più luoghi da visitare. Lo scopo è quello di abbattere il tempo, eliminare i tempio morti, ridurre le soste. I tour turistici diventano corse allucinati per riuscire a vedere tutto quanto riguarda una data zona, senza un attimo di vero riposo. Si ritorna dai viaggi più stanchi di quando si è partiti. Turisti che camminano a piedi per sbrigarsi nella visita e poi vengono investiti sulle strade dense di traffico. Nella testa del turista esiste solo la voglia di vedere ogni cosa di un posto, anche la più banale, la più insignificante. Si fotografa velocemente tutto senza fare alcuna distinzione. Non si pensa minimamente al benessere del corpo, che viene messo sotto stress per giorni consecutivi. Lunghe e estenuanti camminate sotto il sole, corse per prendere i bus locali, file e code per vedere mostre e musei, pranzi rapidi nelle aree di sosta delle autostrade. La fretta caratterizza tutta la nostra vita. Durante questo percorso veloce ad ostacoli dimentichiamo amici, partenti, ci scordiamo di compleanni, ricorrenze. Dimentichiamo di curare il nostro corpo e soprattutto la nostra mente che avrebbe bisogno di spazi liberi. I saluti sono frettolosi, le strette di mano fredde e formali, gli sguardi gelidi. Non partecipiamo a feste perché abbiamo altro da fare, quindi non godiamo delle piccole cose della vita che ci sfuggono: un’alba luminosa, un prato fiorito. Lottiamo disperati contro il tempo, contro le lancette dell’orologio anche per fare la spesa ricorriamo al supermarket e non al negozio a conduzione familiare dove è possibile scambiare due parole. I discorsi stessi sono stringati, le parole pronunciate vengono ridotte a uno stretto vocabolario, quello utile per farci capire dai più. Ogni giorno combattiamo contro il tempo ma sarà lui a dire l’ultima parola, lui resterà il signore dei secoli. Il tempo non potrà essere sconfitto. Solo alla fine della vita viaggeremo in un luogo senza tempo in un mondo senza spazio.

 

Ester Eroli

 

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