TELEFONICAMENTE

Negli ultimi tempi ci rendiamo conto che i rapporti con i parenti, amici si sono trasformati, sono mutati, sono stati scombussolati dalla routine quotidiana, sono stati alterati. Molti fattori sia interni che esterni interferiscono e scombinano rapporti, sovvertono la realtà. I rapporti sono sempre più frettolosi, sbrigativi, certe volte ci sentiamo di troppo e allora subentra la inquietudine. Serbiamo di alcuni parenti ricordi dolorosi, ricordiamo la loro mancanza di tatto, la loro ironia. Alcune esclusioni non ci garbano. Il risultato è sempre un allontanamento, una distruzione. Nessuno vuole aprirsi, mostrare la propria intimità. I parenti stessi si blindano e non vogliono intrusioni nella loro sfera personale, diventano iene intrattabili e ci considerano alla stregua di estranei, siamo trattati in modo indelicato come gli altri considerati invasori. Spesso accettiamo di buon grado con calma e accortezza la fine dei rapporti con parenti e amici. Anche i parenti sembra non affezionarsi a noi.

Negli ultimi tempi  sembra che i rapporti con i parenti si siano normalizzati verso un contatto formale e stringato. Ci si limita ad sommergere i parenti stretti di messaggi al cellulare nelle varie occasioni, poche frasi stringate di auguri senza tanti fronzoli, senza saluti sinceri, senza affetto e vivacità. Molti mandano messaggi in serie, tutti uguali con invii multipli cambiano gli indirizzi ma il messaggio è lo stesso, il contenuto è uguale. Predomina l’indifferenza che pesa come un macigno sul cuore.

Tutto si risolve telefonicamente cosi non possiamo vedere l’espressione del volto dei nostri cari parenti. Spesso sono messaggi falsi, fasulli, fatti con freddezza e diffidenza, convenzionali. Messaggi che afferriamo al volo per obbedienza e che poi cestiniamo. Sono messaggi che non fanno storia, che non lasciano traccia, che sono inutili. Viene a galla un rapporto intricato poco corretto. I messaggi  a noi non servono, sono poco efficienti, poco necessari, non ci riempiono il cuore di letizia. Anche i messaggi più belli non ci riscaldano. Siamo ormai schiavi dei cellulari, avari di comunicazione vera.

Negli ultimi tempi va di moda un altro atteggiamento adottato da molti giovani, da giovani donne appena entrate in famiglia del marito o compagno. Davanti alla telefonata di un parente dicono che non si sente nulla, che la linea è disturbata, che ci sono problemi, che  avvertono dei rumori., che sono in un luogo dove il cellulare non  prende  Ci rendiamo conto senza ombra di dubbio che la linea è perfetta, ma preferiamo fingere di credere al guasto anzi all’inizio ci crediamo, vogliamo crederci. Poi la storia si ripete all’infinito, il problema grava su altre telefonate. Il comportamento ci appare un po’ ruvido, poco diplomatico. Poi con il tempo capiamo il gioco perverso. E’ ineccepibile che il parente in persona, specie acquisito, intende metterci alla porta, scaricarci in modo rapido anche se poco dignitoso. Il parente forse non apprezza la nostra compagnia, la nostra intrusione e si assicura di metterci alla porta come fossimo degli importuni. Allora chiediamo magari subito di vederci visto che il telefono è guasto ma il parente ci blocca adduce scusa, o all’occasione diventa formale o ci liquida velocemente e in alcuni casi ci risponde alterato e scocciato. La storia dei disturbi alla linea telefonica si ripetono all’infinito con frequenza cadenzata. I saluti sono allora frettolosi, il tipo fa orecchie da mercante, fa spallucce, raduna le sue forze e se ne infischia. Ci tratta con noncuranza. Ci saluta formale badando alle convenzioni. Le frasi formali le troviamo detestabili. Siamo combattuti vorremo rispondere che abbiamo capito il gioco che siamo esausti. Poi si defiliamo e attacchiamo il telefono abbagliati da tanta freddezza glaciale.

Questo atteggiamento è divenuto quasi una moda, una astuta propensione. Immaginiamo negli occhi del parente un guizzo di malizia bieca nel parlarci di guasti tecnici. Certi comportamenti bassi ci sembrano maleducati. Ci sentiamo esclusi e allora monta la rabbia. I parenti non ci sopportano, non ci adorano eppure si reputano persone perbene.

Alla fine anche noi mettiamo in campo i nostri trucchi e ci sembra naturale non telefonare più adducendo scuse di vario tipo. In fondo si dice che chi la fa la aspetti.

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