TINA ANSELMI

Tina Anselmi era nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927. Prima di quattro figli. Il padre, di famiglia benestante, alla università si avvicinò al socialismo subendo persecuzioni fasciste, la madre era figlia di un imprenditore agricolo. Si da piccola Tina si rivelò di carattere forte, caparbia, espansiva, indipendente. Studiò nel ginnasio locale e compì gli studi magistrali a Bassano del Grappa presso le suore canossiane. Durante la seconda guerra mondiale aveva assistito alla fucilazione di molti intellettuali. Decise cosi di entrare nella resistenza. Fu una staffetta partigiana conosciuta con il nome in codice di Gabriella. Fece parte del corpo volontari della libertà. Si laureò in lettere nel 1948 nella università cattolica del sacro cuore di Milano. Divenne insegnante elementare e entrò nel sindacato. In difesa delle pari opportunità realizzò il comitato unione europea femminile. Fu deputato, poi sottosegretario. Divenne ministro del lavoro nel governo Andreotti e poi ministro della sanità . Fu la prima donna ministro italiana.

Favorì la legge 194 per l’interruzione di gravidanza. Firmò la legge per la istituzione del servizio sanitario nazionale. Fu un esempio di coerenza, impegno sociale, equilibrio Morì a 89 anni il primo novembre 2016. A lei è stato dedicato un francobollo e molte piazze e vie in vari luoghi.

Si tratta di una donna sempre ottimista, precisa, decisa. Quello che  ha colpito è stata la sua semplicità e naturalezza, la sua praticità. Di solito il suo look era sobrio, il suo volto privo di trucco. Ora spesso in politica vediamo troppe donne vanitose che pensano solo al look,  e che hanno il volto rifatto da sapienti bisturi. Un pessimo biglietto da visita specie per chi crede nella politica.

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