Vezzeggiare

vezzeggiare

I tempi sono mutati. L’amore, il rispetto, la stima non sono più il cemento della società. Siamo diventati tutti irrimediabilmente sordi agli stimoli esterni, al grido della gente disperata. La sensibilità di certe persone è vista come debolezza. Nessuno è sollecito al bene. Nessun rapporto è fondato sulla fiducia. Si applaudono solo i comportamenti disinvolti ed egoisti. Si aspira solo al comando, ai soldi ottenuti con atteggiamenti spregiudicati, senza scrupoli. In ogni azione prevale il cinismo. Si diventa caritatevoli solo all’occorrenza per mettersi in mostra. La carità non è più una virtù. Nell’amore prevale l’attrazione fisica, nell’amicizia l’egoismo cinico. Nella realtà c’è solo indifferenza, la gentilezza non è più una dote. Abbiamo smesso di credere nella gente. Non mettiamo più alla prova nemmeno gli amici. Le braccia ci cadono totalmente. Andiamo avanti senza bussola, nell’incognita del futuro. Ribellarsi non serve.  L’egoismo mina le basi della società. Negli ultimi tempi notiamo un nuovo fenomeno, un nuovo comportamento che si è impadronito del vivere civile.  Si cerca di adulare, di fare la parte, di vezzeggiare le persone benestanti, gli amici che stanno bene, i conoscenti che vivono nel lusso con lo scopo di carpire, di strappare qualcosa, anche un semplice regalo. Si circuiscono le persone che stanno bene con lo scopo di ottenere dei vantaggi materiali e morali. Non si cercano certe persone perché si vuole bene, ma solo per tornaconto personale. L’impulso è quello di fare i predatori. Si assecondano certi amici facendo credere di essere dalla loro parte solo per avere dei risultati a medio o lungo termine. Colleghi fingono di pensarla allo stesso modo, di essere affini per ottenere dei favori. A pungolare certe persone è solo l’interesse, quello avido e corrotto. La persona benestante all’inizio si sente al centro dell’attenzione, pensa che tutto sia sincero, ordinato, pulito, crede che tanti complimenti e attenzioni siano reali, causate dalle sue buone qualità. Crede in buona fede di aver lasciato una traccia profonda negli altri. Gli altri li considera amici, persone affidabili.  Poi il predatore che ha fiutato la preda diventa sempre più audace. Si crede furbo e alza sempre più la posta, allunga sempre più le mani. La persona benestante si sente oppressa, incalzata, raggirata. Poi tutta una serie di azioni smascherano il colpevole, che si smentisce ogni volta. La persona perbene che credeva di poter contare su certi amici si sente perduta e intanto restringe i cordoni della borsa. Si rende conto che la sincerità è una rarità. E’ sempre più di moda questo tipo di atteggiamento. C’è chi si mette al seguito di un politico, chi di un amico ricco. Allora quando si incontra qualcuno conviene dire di essere una persona in crisi economica. L’amico vero resterà al nostro fianco, gli altri svaniranno nel giro di poche ore rivelando la loro natura meschina e cialtrona.

 

Ester Eroli

 

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