Viviamo in un’epoca frenetica, sempre di corsa. Nessuno si ferma a capire, a riflettere, a commuoversi. Tutto cade nella banalità di una vita passata nel traffico tremendo e caotico. Solo chi ha forza di carattere riesce a destreggiarsi bene. Le relazioni umane sono fragili, segnate da assenze, da presenze poco convinte, da litigi e segreti. Niente è più naturale, nemmeno il cibo.
L’emergenza è quella dei giovani. Anche quelli allevati nella tradizione, costantemente seguiti, dediti alla famiglia, alla fine si perdono. E’ imbarazzante vedere come molti giovani lasciano la famiglia per andare incontro a una vita errabonda piena di disfatte, traumi, problemi.
Recentemente va di moda avere una vita autonoma lontano da casa. I ragazzi vivono insieme in case fatiscenti, senza molte risorse, facendo lavori saltuari, bevendo e fumando, frequentando ristoranti e locali equivoci. Nessuno si sposa o mette al mondo figli.
La cosa strana è che questi giovani ritornano periodicamente a casa. Sono ritorni bruschi, improvvisi, dettati dal bisogno, tornano per insultare i genitori, per prendere soldi anche dai nonni, per avere panni lavati e stirati. In emergenza si appoggiano alla famiglia che per il resto è esclusa. Ogni giovane poi segue l’esempio degli altri. I genitori non sono considerati più persone autorevoli da cui prendere consiglio. Il contatto con le famiglie spesso non è costante.
I giovani si votano a una vita caotica, abituati come sono alla precarietà dei sentimenti, del lavoro. Un pessimo esempio per le nuove generazioni.
Ester Eroli