Jeanne Jugan

Jeanne Jugan

La rivoluzione francese è scoppiata da tre anni quando Jeanne venne al mondo in un porto di pescatori in Bretagna, in assenza del padre, imbarcato per la grande pesca di Terranova, essendo un pescatore. Dopo la scomparsa in mare del padre la famiglia numerosa, aveva anche un fratello e due sorelle, vive in ristrettezze economiche e lei dovrà lavorare per aiutare il reddito familiare. Rifiuta la richiesta di matrimonio di un giovane marinaio e si dedica al lavoro di assistenza come infermiera. Assiste prima una ricca viscontessa e poi altri e uno di essi la farà anche erede universale. Diventa aiuto infermiera all’ospedale di Rosais in Francia. Una sera d’inverno nel 1839 apre la sua casa a una donna anziana cieca e paralizzata. Diverse giovani donne si uniscono a lei per assistere gli anziani  e la scelgono come superiora della loro piccola associazione. Lei si incammina verso la vita religiosa. Il nucleo originario di questo movimento, che prende il nome di Piccole sorelle dei poveri, ottiene l’approvazione della Santa Sede che non mostra scetticismo. La fondatrice prende il nome di Maria della Croce e non si farà più chiamare Jeanne. Il centro arrivava a contare ben duemila religiose. Ben presto la fondatrice viene ingiustamente destituita. Allora lei si consacra interamente alla questua per i poveri, incoraggiata dalla fondazione di san Giovanni di Dio. Viene messa da parte ma lei non si dà per vinta. Con i soldi della questua compra un ex monastero che diventa la sede ufficiale della congregazione che si occupa principalmente di assistenza ad anziani anche disabili. Assistenza che arriva fino alla morte. La fondatrice muore il 29 agosto 1879, dimenticata, ma non dalle novizie che hanno subito il suo influsso. Viene dichiarata subito venerabile e iscritta, dopo dei miracoli, nel martiriologio romano. Jeanne è stata beatificata da Giovanni Paolo II, e santificata da Benedetto XVI, nel 2009 l’11 ottobre. La sua missione ora abbraccia 31 paesi nei cinque continenti . Le suore continuano il servizio disinteressato agli anziani poveri e soli. Con la collaborazione di volontari, del personale sanitario, gli anziani malati e senza risorse vengono accolti in case e stanze di tipo familiare. Ogni paziente viene accompagnato fino al termine della vita e assistito. Oggi una sede si trova a Roma presso san Pietro in Vincoli e tiene al suo interno molti malati anche terminali. Essa si avvale anche del contributo e la generosità dei singoli cittadini.


 

Ester Eroli

 

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