La comunicazione moderna

Negli ultimi tempi ci siamo resi conto dell’importanza che rivestono i mass media. I mass media coinvolgono il pubblico, ipnotizzano, influenzano la forma mentis delle persone. Molti studiosi, filosofi hanno studiato gli effetti dei media sull’immaginario collettivo. Il filosofo canadese McLuhan ha cercato in modo innovativo di interpretare gli effetti prodotti dalla comunicazione di massa sul singolo e sulla collettività. In molti suoi scritti come “la galassia Guttemberg” ha dimostrato come la tecnologia ha reso possibile l’avvento della modernità. Nella nostra complessa società l’impatto dei media è notevole, perché è psicologico e al tempo stesso sociologico. Il filosofo distingue i media in due categorie, quelli freddi che richiedono un’alta partecipazione degli utenti e quelli caldi dove si assiste a una scarsa partecipazione degli utenti. Il filosofo è stato il primo a usare la metafora “villaggio globale” per indicare la situazione del mondo dopo l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa. Con i satelliti in altre parole il mondo è diventato piccolo come un villaggio grazie alla comunicazione immediata. Nello stesso spazio e nello stesso tempo si hanno varie interconnessioni. Gli spazi fra i continenti si riducono, i tempi di attesa per la diffusione di notizie diventano brevi. Gli uomini delle varie razze sono uniti in un abbraccio globale che abbatte il tempo che riduce lo spazio. Niente è più lontano come prima. Le notizie circolano alla velocità della luce. Si possono inviare messaggi e ottenere risposte nel giro di pochi minuti. Tutto appare sorprendente e le comunicazioni sembrano trarre giovamento. Sembra veramente di assistere al miracolo generato dalla avanzata tecnologia. In realtà forse è solo uno specchietto per le allodole. Se da un lato tutto avviene in tempi rapidi e la comunicazione è veloce dall’altro lato c’è un numero incredibilmente alto di persone sole: anziani, bambini, ecc che non parlano mai con nessuno, che vivono chiusi nel loro mondo. Se si cade per strada si rischia di non venire soccorsi e addirittura di essere travolti da distratti passanti. Tutti vanno di corsa, magari per comprare l’ultimo modello tecnologico, ma manca, in ogni forma di vita, il dialogo. Si parla a distanza, la nostra voce raggiunge lo spazio a migliaia di km ma non tocca il cuore dei nostri nonni che restano chiusi a casa, magari in attesa di una chiamata che non avverrà mai. La corsa contro il tempo diventa una corsa che ci allontana dagli altri. Gli altri sono degli estranei proprio mentre comunichiamo i nostri messaggi. Ci leggono in America ma il nostro vicino di casa non ci conosce, anzi preferiamo tirare dritto non salutarlo per paura di dover parlare di noi. Ci riempiamo la bocca della parola “comunicazione” ma poi siamo avari di parole. Lo stesso potere si chiude e lancia solo slogan non ascoltando di fatto la voce del popolo, che resta inascoltata. Certe volte i dialoghi diventano monologhi e non è raro incontrare gente che parla da sola, forse non sapendo con chi farlo.

Ester Eroli

 

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