La divisione fra vita privata e vita lavorativa

La divisione fra vita privata e vita lavorativaPensiamo sempre al lavoro di meritare colleghi comprensivi, persone brave, generose. All’inizio della attività lavorativa ci siamo lasciati andare, abbiamo parlato di noi, della nostra casa, dei nostri animali, dei nostri gusti alimentari, delle nostalgie, dei viaggi fatti e da fare, delle nostre relazioni, dei nostri sogni impossibili, delle nostre allergie, delle nostre malattie, del nostro amore per l’arte, per la bellezza, per le città d’arte . Abbiamo portato la torta per il nostro compleanno, le mimose per la festa della donna, le frappe con lo zucchero a velo per carnevale, il pandoro a Natale. Li abbiamo messi a parte dei nostri lutti, dei nostri crucci, dei nostri amori più intimi. Con alcuni colleghi siamo andati al cinema, a mangiare fuori, a teatro, al circo, alle mostre. Con altri abbiamo mantenuto rapporti anche nel periodo estivo con lettere e email. Ci siamo lasciati prendere la mano, abbiamo creduto che tutti fossero sinceri come noi. Poi ci siamo imbattuti in comportamenti scorretti. Alcuni ci hanno fatto dei dispetti, altri si sono dileguati senza aver fatto nulla. Con gli anni i rapporti si sono logorati. Le donne ci hanno snobbato, hanno ostentato i loro vestiti e gioielli come se noi fossimo degli estranei e non la persona con cui uscire e confidarsi. La delusione ci ha reso nervosi. La desolazione ci ha paralizzato. Alcuni comportamenti maschili ci hanno messo in imbarazzo. Ci siamo concentrati solo sul lavoro, senza pensare ad altro. Con pazienza abbiamo sopportato insinuazioni, ostentazioni, umiliazioni, critiche senza costrutto. Spaventati abbiamo assistito all’ascesa superba di alcuni colleghi. Ci ha spaventato la tracotanza, la alterigia. Abbiamo cominciato a delimitare la vita privata, a blindarla, a proteggerla. Responsabilmente abbiamo preso le distanze dal lavoro. Chiusa la porta dell’ufficio, del negozio, dell’ospedale, ci siamo lasciati quel mondo falso alle spalle. Abbiamo dimenticato, azzerato tutto. Se nel luogo di lavoro ci siamo vestiti eleganti fuori con gli amici ci siamo concessi vestiti sportivi, abiti fiorati. Al lavoro ci siamo abbottonati, siamo diventati altre persone. Con gli altri, nel privato abbiamo continuato a scherzare, a sorridere magari senza trucco o con la camicia senza cravatta. Abbiamo riscoperto il gusto del nostro nido, a cui abbiamo tolto l’accesso a certe persone invadenti. Siamo stati corteggiati sul lavoro, ma forti delle esperienze, abbiamo rigato diritto e imparato che bisogna sempre dividere la vita privata da quella pubblica. Le due vite non possono mescolarsi, interagire a meno che si faccia un lavoro a conduzione familiare.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.