La sagra della frittella di Tuscania

La sagra della frittella di TuscaniaA soli diciotto km da Viterbo, su una roccia tufacea, sorge un paese dove in passato soggiornò persino San Francesco. Probabilmente a fondarlo fu Tusco figlio di Ercole, ma secondo una leggenda diffusa il fondatore fu lo stesso Ascanio, figlio di Enea. Tuscania è un borgo esistente fin dall’età del rame e raggiunse il suo apogeo durante la dominazione romana. Nel medioevo fu sede vescovile. Nel Medioevo si arricchì di chiese, mura, torri, palazzi. Nel centro storico ogni anno si rinnova l’appuntamento con la festa di Sant’Antonio Abate, il protettore ufficiale degli animali. Durante i festeggiamenti in onore del santo nel primo pomeriggio nella piazza principale viene allestito un grosso padellone che serve per friggere migliaia di frittelle di cavolfiore, pianta coltivata nella Maremma laziale. Le frittelle vanno servite calde ricoperte, a seconda dei gusti, con zucchero a velo o sale. Della frittella esiste sia la versione salata che dolce. La sagra ebbe inizio nel 1972. Durante la manifestazione è possibile visitare il museo archeologico, le molteplici necropoli etrusche sparse per il territorio, assistere alla sfilata in costume dei butteri della maremma e alla benedizione di tutti gli animali presenti, visitare il mercatino che espone soprattutto prodotti tipici, ascoltare le musiche di cantanti e artisti da strada che accorrono numerosi. La sagra si svolge prevalentemente nella piazza centrale del borgo. Alla fine della festa si può assistere ai falò accesi nella notte. Questa tradizione ha una sua suggestione e ci fa pensare che i sapori semplici sono quelli più graditi.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.