Rembrandt, la patria della cultura

Rembrandt è un pittore famoso in tutto il mondo. In lui ritroviamo tutti gli ingredienti di una vita di artista. Innanzitutto la nascita in una piccola cittadina universitaria di Leida, figlio di un mugnaio. Poi la scoperta di una intelligenza spiccata e del talento che lo portarono a frequentare studi di vari pittori fino all’apertura di una bottega in proprio. Poi i vari viaggi di istruzione. Il contatto con l’alta società e con committenti particolarmente esigenti per lo più dell’alta borghesia cittadina. La creazione di ritratti di personaggi e di famiglia. La presenza di molti allievi al suo seguito. Le manie dell’artista come ad esempio l’acquisto di cianfrusaglie antiche che lo portarono sull’orlo del fallimento. La sua passione per gli oggetti antichi lo porterà alla rovina finanziaria. Un matrimonio vantaggioso che gli consentì di entrare in possesso di una cospicua dote e di entrare nell’alta società dell’epoca. Morta però la moglie l’artista, pessimo amministratore di finanze, andò in fallimento. I suoi quadri e disegni andarono venduti all’asta. La stessa casa con i mobili fu venduta. I creditori insoddisfatti tentarono di rifarsi sul patrimonio del figlio. Ad avvelenare la sua esistenza contribuirono i procedimenti giudiziari seguiti al fallimento. Il suo dramma privato si trasformava in dramma del pittore. L’angoscia traspariva nelle sue opere pittoriche. Proprio nel periodo più tormentato realizzò grandi capolavori come la famosa Cena di Emmaus e meravigliose incisioni. L’artista muore indifeso e solo, dopo la morte di molti familiari che avevano lasciato un pauroso vuoto. C’è nella sua vita un particolare comune a molti artisti: la maggior parte dei suoi maestri avevano compiuto viaggi culturali in Italia. Un suo maestro si vantava di aver conosciuto personalmente Caravaggio. La prima opera di Rembrandt è la lapidazione di Santo Stefano molto vicina alla lezione di Caravaggio. In passato l’Italia era la culla della cultura e fiorenti botteghe artigiane richiamavano apprendisti stranieri. Il decadimento della nostra arte si vede anche da questo. Ora l’Italia non è più al centro degli interessi degli artisti provenienti dall’estero.

 

Ester Eroli

 

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