Alzare la voce

Spesso nelle discussioni, negli incontri, siamo pacati, gentili, educati, specie con amici e parenti. Subiamo affronti, parole dette in tono fermo oppressi dalla presenza ingombrante di personalità forti. Accettiamo discorsi ambigui, astrusi senza possibilità di riscatto. Ci facciamo mettere nel sacco da persone alla apparenza rispettabili ma arroganti che se ne infischiano di usare modi delicati. ci sono persone che non guardano in faccia a nessuno, vengono al sodo con piglio ferino, con senso di superiorità. Si sentono sicuri, importanti, appoggiati dal destino favorevole e  dalla fortuna. Ci sono persone che se vedono che stiamo affondando ci danno una spinta invece di aiutarci, che sguazzano davanti al nostro male, che ridono beffardi della nostra cortesia e del nostro rispetto calmo.

Molti interlocutori con sguardo seducente e labbra socchiuse ci tradiscono, si mostrano rivali come non mai. Sicuramente è rivelatrice la loro intonazione che è acuta, gioca di anticipo, piena di venature di irritazione. Molti ci rivolgono esclamazioni stupite che sono offensive al massimo grado. Ci sono conversazioni che ci devastano e annientano.

In alcuni casi, sia con estranei che con parenti, occorre tendere l’orecchio e alzare la voce. Siamo invitati a protestare energicamente. Dobbiamo difenderci e non trovare una soluzione che accontenta tutti ma non noi.

Con occhi di sfida dobbiamo parlare chiaro e alzare la voce. Chi pecora si fa lupo se la mangia. Si deve alzare la voce non solo in contesti familiari  ma anche lavorativi.

 

Ester Eroli

 

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