CARNEVALESCO

Il carnevale come il natale sembra aver perduto il suo spirito originario, la sua brillantezza, la sua vibrazione, sembra avvolto da uno spirito maligno e perfido. Non sappiamo quali sono state le cause scatenanti che hanno portato a un carnevale sottotono, che sopravvive solo nei centri commerciali, nei borghi dove i carri sono una tradizione affermata e conosciuta. Nelle grandi città, nei grossi centri prevale un atteggiamento serioso quasi una presa di distanza verso il carnevale. In certe cittadine non vi è quasi più traccia. L’indifferenza verso le manifestazioni carnevalesche è aumentata, si è irrobustita. Ci chiediamo dove sono le manifestazioni corali  di piazza, i gruppi mascherati di giovani e bambini, i parchi pieni di maschere e coriandoli. Passa il carnevale senza aver visto una sola machera nei marciapiedi. Prevalgono le feste private, nei locali, nelle case, nei centri commerciali. Feste al chiuso per pochi eletti per difendere ancora una volta la privacy. Non ci sono più maschere originali fatte da soli che ci incuriosiscono. L’inventiva è sparita come lo spirito goliardico. Nessuno è predisposto a cucirsi una maschera. Si comprano nei negozi o si prendono a noleggio. Le maschere dopo le feste non si conservano per ricordo, per riutilizzarle magari in altro contesto ma si gettano nel cassonetto immediatamente senza ripensamenti. Il carnevale non produce uno stato di euforia. Sono pochi quelli che si avventurano nelle strade in maschera. Le maschere prendono il largo, non sono presenti nelle grandi città. Il carnevale scivola senza episodi degni di nota. Un tempo nella capitale si facevano sfilate storiche a via nazionale, a piazza del popolo. Ora i bambini sono dirottati al bioparco o nei teatri rionali. Non si vedono più maschere buffe, goffe che un tempo facevano ridere. Alcune maschere oggi sono di seta e broccato esageratamente raffinate. Il carnevale è scivolato via, è slittato verso i lidi del ricordo, è caduto con un tonfo. Un tempo le pasticcerie, gli alimentari erano pieni di frappe e castagnole, chiacchere con lo zucchero a velo fatte con miele, liquore, crema. Ora sono sostituite da barrette energetiche ideali per la dieta. Non ci sono più maschere burlone che si salutano per strada e ci tirano coriandoli colorati. Nessuno muove più un dito per paura di strane reazioni. La gente è più frenetica, più nervosa, non ammette sorrisi, scherzi. Non assistiamo più a scene comiche, a balli di gruppo nei giardini pubblici con tanto di musica esilarante. Si vede solo ogni tanto qualche madre risoluta che trascina un bimbo mascherato che procede a testa bassa. Se si lanciano coriandoli si può assistere pure a una reazione negativa di disappunto,  a un rimprovero . Nei costumi troviamo solo ironia macabra, immagini sataniche. Il carnevale non ha più l’aria comica e sardonica di un tempo. Per le vie non ci sono più i teatrini improvvisati di Pulcinella destinato a far ridere grandi e piccini. Tutto si è stemperato, si è perduto. Se paragoniamo gli ultimi carnevali al passato praticamente notiamo la differenza. Il carnevale si è inacidito come un dolce rovinato. Il suo spirito è divenuto feroce. Non vediamo nei locali più festoni, decorazioni stravaganti.

Il carnevale sopravvive nei borghi dove si esibiscono maschere di degno rispetto. La città resta priva del carnevale e i bambini ingenui  si intristiscono un po’ piccati.

 

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