Contratti capestro

Il mondo del lavoro è divenuto sempre più complesso. Di solito anche per fare le pulizie non bastano le risorse personali occorre avere una segnalazione, una raccomandazione in modo tale che sono consegnati al mondo del lavoro solo gli amici degli amici. Si preferisce sempre assumere da anni, una usanza che viene dal passato, persone conosciute, raccomandate. Una abitudine presa e mai abbandonata con una faccia tosta incredibile. Aziende che dicono di essere al completo ufficialmente e che poi di straforo assumono sotto banco gli amici degli amici. Un comportamento avido, corrotto. Bisogna tenere a mente che in questo contesto hanno un ruolo marginale le capacità personali, le attitudini, le predisposizioni. I datori di lavoro fanno i furbi, tiranneggiano il mercato del lavoro  e ricorrono al clientelismo ma poi assumono persone incapaci, poco impegnate  e preparate. Vengono occultate piccole lacune, piccole disonestà. Il mondo del lavoro rispedisce nel limbo del nulla persone colte, solide  e le priva del diritto a un sostentamento. Le persone respinte cercano di gestire la rabbia, a vanno avanti a testa bassa magari cambiando nazione e proprio li poi raccolgono i sospirati frutti. Nel nostro paese non si riconoscono talenti anzi si ha paura del talento che può minacciare i raccomandati.

Negli ultimi tempi vanno di moda nelle aziende dei contratti brevi che si possono definire capestro, veri cappi al collo dei lavoratori, veri tormenti che portano alla umiliazione, alla solitudine.

Si assumono delle persone per un tempo limitato che devono svolgere un dato lavoro, se riescono a raggiungere dei risultati concreti vengono pagati. Si pagano i lavoratori solo se hanno toccato l’obiettivo in caso contrario anche se hanno lavorato per mesi non vengono pagati. In caso di insuccesso il lavoratore ha girato a vuoto e resta senza stipendio. Questo meccanismo si attua nelle agenzie immobiliari, nelle case editrici, nei call center. In un call center ad esempio se le telefonate sono proficue  e si è riusciti a persuadere i clienti tutto a posto, ma se le telefonate non sono andate a buon fine  non si ottiene neppure lo stipendio base. Nonostante i limiti molti affamati di lavoro accettano, si fanno prendere al laccio ma dopo molto tempo rinunciano. Si devono pagare gli spostamenti, i pasti ecc. Di solito ci si rimette. Per questo in molti ambienti lavorativi c’è un continuo ricambio di personale, un via vai di giovani e meno giovani.

Questi contratti capestro sono un vero scempio, uno schiaffo in faccia al diritto tanto sbandierato al lavoro per tutti.

Davanti a queste folle di giovani che si fanno manipolare restiamo basiti. Ci chiediamo preoccupati quando questo disastro finirà se finirà. Forse manca la volontà di farlo finire. In fondo occhio non vede cuore non duole. Si finge di non vedere quello che è sotto il naso di tutti da anni.

 

Ester Eroli

 

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