Fare cultura

Fare culturaIl nostro paese sta colando a picco e nessuno se ne accorge, nessuno lancia un grido di allarme, nessuno parla e chi parla lo fa con arroganza convinto di essere nel giusto. Siamo ovviamente tutti complici, nessuno escluso, di questa orribile disfatta. Nessuno è stato attento a carpire le immagini, le sfumature, le crepe di questo sistema. Intenti a fare progetti per il futuro siamo stati tutti succubi del fascino del male. Molte situazioni ci lasciano perplessi, senza fiato. Su certi argomenti non si spende nemmeno una parola, si stende un velo pietoso. Ci siamo resi conto che la cultura nel nostro paese è sottovalutata. E’ scandaloso come in certi luoghi di lavoro la vita morale, la vita culturale di una persona non ha nessuna importanza. La preparazione culturale di una persona non ha valore. in certi ambienti di lavoro si passa il tempo a criticare gli altri, a parlare di viaggi, a ridere delle persone colte che avrebbero perso il loro tempo a studiare invece di fare altro. Le persone preparate non richiamano l’attenzione, vengono messe all’angolo a vantaggio di donne ingioiellate, esigenti e altere, snob e crudeli e di ragazzi privi di educazione. Il passato, gli studi fatti non contano, si fanno mestieri non legati alla propria preparazione. E’ sempre più difficile lavorare nella cultura, fare cultura per chi è portato. Le mostre, i ritrovi culturali sono tutti a pagamento, i concorsi letterari, pittorici, sono tutti a pagamento. Per fare cultura oggi in Italia bisogna pagare fior di quattrini perché è divenuto un lusso che non possiamo più permetterci. La visione romantica dell’intellettuale è svanita per lasciare il posto a una desolazione senza precedenti. Ogni giorno, un ostacolo, un disagio, una lotta, e ogni volta subire la decisione altrui. Il carattere nobile e generoso dell’arte sporcato dalle raccomandazioni, dai sospetti. Gli uomini di cultura diventano sempre più distanti e indifferenti, incapaci di farsi pienamente comprendere. La cultura non produce più ammirazione, chi la pratica non nessuna rassicurazione sul futuro. I sentimenti delle persone non vengono rispettati. Ognuno quindi mira a far carriera nel proprio ambito dimenticando la cultura. Molti accettato di fare i ricercatori scientifici all’estero dove vengono accolti e accettati. Il futuro della cultura ci spaventa perché non è accompagnato nemmeno dall’educazione. Si va alla ricerca di soluzioni, di leader carismatici capaci di scuotere un sistema ormai divenuto complicato. Alcuni rimuovono il concetto stesso di cultura. Nessuno pensa a introdurre novità, fare ad esempio un facebook per soli scienziati e chimici, una radio per soli poeti. Non ci sono iniziative appetibili. Gli intellettuali continuano a crogiolarsi nelle loro ossessioni nella speranza che questo sia solo un periodo di transizione.

Ester Eroli

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