Donne come oggetti

Donne come oggettiPer anni la donna è stata vista solo nel ruolo di moglie e di madre nell’ambito familiare. In altri ambiti come fonte di piacere, come donna oggetto capace di suscitare passioni. In Cina le bambine erano uccise, sacrificate al mito del figlio maschio, quando vigeva le legge del figlio unico. Di solito nel subconscio del padre di una donna prevale sempre l’idea che lei è solo sua e quindi nessuno la deve avvicinare, toccare, incontrare. Ogni padre immagina la figlia quasi vestita da suora, con i capelli corti, i maglioni larghi, i cappotti sformati. I padri anche solo nel subconscio tendono a reprimere la sessualità delle figlie, a menomare anche indirettamente la loro femminilità. Le donne figlie non sono donne per un padre sono solo figlie, un possesso proprio. Molti mascherano questa loro tendenza a soffocare gli istinti femminili delle figlie. Il seno enorme di una figlia genera quasi vergogna, e c’è sempre l’invito a coprirsi fatto dai padri anche i più moderni. Nel labirinto delle emozioni molti padri amano incondizionatamente senza rispetto vero. Ci sono padri che non fanno uscire le figlie, padri che arrivano a picchiare, uccidere per questa smania di possesso. Alcuni padri sono capaci di tenerezza e generosità ma altri sono brutali, ambigui, protettivi eccessivamente soprattutto con le figlie. Con i figli maschi sono più tolleranti, più gentili. I maschi sono più vicini alla propria natura, assomigliano al padre per idee e pensieri. E’ facile dare fiducia a un figlio maschio, indipendente e forte. Le femmine devono essere accompagnate, non possono andare sole per certe mentalità. Se la donna per un padre dovrebbe essere una suora, per la madre forse dovrebbe essere una sposa. Le madri sono più indulgenti e per le figlie vogliono un matrimonio felice per continuare la specie. Per i fidanzati le donne sono ugualmente proprietà privata, da proteggere. Ma un fidanzato vorrebbe una fidanzata sensuale, provocante, scollata, ribelle. Di una donna intelligente ci sono così tante maschere, maschere costruite lucidamente, con precisione. Ogni donna sarà remissiva, ragionevole, ubbidiente con il padre, appassionata, audace con il marito, fidanzato, dolce con la madre, la nonna. Ogni volta sceglierà la maschera destinata per l’occasione. Ogni donna alla fine si sentirà defraudata della sua personalità, si sentirà soffocata e lacerata. Per i fratelli sarà una sorella estranea quando subentreranno le cognate rivali. Ogni donna dovrebbe riappropriarsi dei suoi spazi, lasciare le maschere che ha dovuto indossare nell’armadio. Per vincere la paura di vivere i vari ruoli dovrebbe interpretare solo la parte di se stessa, non quella di figlia devota, di madre premurosa, di nonna attenta. Si dovrebbe prendere le distanze da visioni distorte e negative del ruolo femminile. Spesso le donne vengono perseguitate, allontanate come appestate proprio in ambito familiare. Bisogna imparare a farsi rispettare oltre che a rispettare.

 

Ester Eroli

 

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