Fare l’amore in pubblico

In passato in materia amorosa esisteva quello che era chiamato da tutti pudore. C’era rispetto, vergogna, attenzione. Il pudore stesso, la ritrosia di una donna erano eccitanti. Il rifiuto stesso di una donna scatenava i sensi e spingeva a un corteggiamento romantico, serrato, fiammeggiante . Una donna che si difendeva dagli attacchi morbosi, una donna onesta era apprezzata. Le donne evitavano baci, strette in pubblico specie davanti ai bambini. Solo qualche donna viziata si lasciava andare a qualche indulgenza. Le donne che scherzavano con gli uomini sul sesso e altri argomenti piccanti erano poche. Le donne silenziose, ritrose, meritavano sempre il rispetto.

Ora i tempi sono mutati. Gli uomini sono divenuti brutali, violenti, collerici, prepotenti . Corteggiano con furia, amano scavare nel torbido, sono divenuti lupi affamati in cerca solo di soddisfazioni sessuali . Le donne hanno scoperto il loro potere nel sesso e lo sfruttano a loro vantaggio. Avvolgono gli uomini con le loro spire velenose e con una sensazione erotica di trionfo sul volto.  L’amore stesso diventa frutto di calcolo.

Negli ultimi tempi va sempre più di moda stupire e quindi fare l’amore in pubblico nei modi più strani. Ci sono quelli che lo fanno nei parchi vicino ai giochi per i bambini, nei garage, nelle metropolitane, sugli autobus, davanti ai monumenti, nei bagni di un bar, di un aereo, negli stanzini dei negozi di abbigliamento, nelle giostre, sulle panchine, davanti alle scuole, in taxi, su una barca, al cinema, a teatro. Si scelgono situazioni assurde e la vista per i giovanissimi diventa imbarazzante.

Le ragazze sembrano  animali in calore percorse da fremiti, gli uomini pazzi di libidine. E’ nato uno strano modo di esporsi, di mostrarsi innamorati molto più volgare e terreno. Molti anziani restano sconvolti dalla audacia di certe coppie spesso neppure tanto giovani.

Bisognerebbe smetterla di adorare solo il sesso e di pensare più a forme nuove e antiche di tenerezza che non passa mai di moda, con la sua grazia e sobrietà.

 

Ester Eroli

 

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