FESTE

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In passato era più facile imbattersi in una rigida divisione di classi. Gli operai, i contadini, gli agricoltori, gli allevatori si alzavano presto ogni giorno e la sera sul volto avevano tracce evidenti di stanchezza e allora prediligevano balli e feste in casa o in piazza, incontri popolari nelle aie, nelle vie con musica e danze. Feste popolari tradizionali che si sono evolute ma che hanno continuato ad esistere. Feste che si sono trasformate nel tempo in sagre dedicate ai prodotti della terra, che ancora oggi sono in auge anche se sempre più a numero chiuso e con ingresso a pagamento. Certe volte si paga salato l’accesso a una sagra paesana. In passato alle feste vi era troppo spreco di soldi, di energia, di cibo molte sono state ridimensionate.  La pandemia ha accentuato alcuni problemi e le feste ne hanno pagato le conseguenze.

Negli ultimi tempi va sempre più di moda fra giovani specialmente e fra i giovanissimi intrufolarsi nelle feste dei vip, dei ricchi. Sono ovviamente feste sontuose,  spesso a tema, a bordo piscina, in hotel di lusso stellati, su barche da sogno, in locali di tendenza, in posti esclusivi dove il vino pregiato scorre a fiumi e il cibo è ottimo. Molti giovani si vantano nei racconti di essere riusciti ad entrare grazie alle amicizie comuni e parlano delle loro prodezze e conquiste con precisione e dovizia di particolari. Documentano la bravata con il cellulare, fanno filmini in cui sono soli e fra gruppi di giovani scatenati. Nelle feste gli intrufolati compiono gli stessi riti, usano gli stessi slogan, partecipano agli stessi eventi, usano lo stesso linguaggio e abbigliamento, si muovono alla stessa maniera. Alcune feste sono funzioni nel tempio del lusso, avvolte dal profumo di vaniglia dove si beve a volontà e ci diletta con ragazze bellissime, ballerine e attrici. Le feste di certi personaggi diventano eventi mondani di rilievo da ammirare dove si ritrovano tutti i rampolli di casate famose che non hanno problemi economici. Sono giovani liberi, benestanti, moderni a cui importa solo divertirsi che non danno peso al ceto sociale, hanno la giovinezza dallo loro parte. Gli infiltrati sono dei randagi che si aggirano in cerca di comprensione, che non hanno nessuna difesa e che alla fine nessuno degna di uno sguardo. Gli infiltrati sono messi all’angolo, da parte, guardati a vista, soppesati come mucche al macello, studiati, osservati, ripresi, considerati maleducati, malvestiti. Si presentano alle inaugurazioni convinti di fare colpo ma sono ignorati. Partecipano al rinfresco ma solo isolati. I ricchi e potenti li guardano dall’alto in basso con alterigia,  con occhi freddi che raggelano le vene. Molti sono dispiaciuti della presenza di gente del popolo. La festa va avanti ignorando volutamente quelli che appaiono come dei pezzenti in cerca di svago. I poveri non sono considerati, anzi sono umilianti con discorsi ad hoc.

Ala fine gli intrufolati e clandestini avrebbero fatto meglio a trascorrere il loro tempo in birreria o pizzeria, si sarebbero risparmiati delle umiliazioni clamorose.

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