La duchessa di Chevreuse

La duchessa di ChevreuseNel lontano 1600 in Francia, dove contavano molto nel bel mondo protezioni e influenze, visse la duchessa di Chevreuse, una donna volubile, leggera, capricciosa, intrigante. Ella crebbe senza guida, indipendente e beffarda in un ambiente senza pregiudizi e spensierato, gaudente. Era dotata di potere ammaliante e seducente capace di accendere passioni. Con la sua vivace conversazione era in grado di ammaliare qualsiasi uomo. Padrona di sé, dinamica era capace di qualsiasi imbroglio. Nel corso della sua vita aveva spesso complottato contro il re di Francia alleandosi con sovrani esteri. Irriflessiva, sognatrice era sensibile alle passioni. Infatti utilizzò i suoi molteplici amanti per scopi e interessi non ultime le trame ordite contro la corte di Francia. Utilizzò dopo anche la figlia per conquistare degli uomini di potere necessari per la sua causa. La grazia della figlia doveva servire la ragion di stato. Seguendo lo spirito dei tempi intesseva relazioni di amicizia solo con persone di alta posizione sociale e intricate nella politica dove lei si mosse con spregiudicatezza. La duchessa si era sposata con un contratto minorenne con un uomo importante più grande di lei. Subito dopo era entrata a corte come favorita del re e della regina Anna d’Austria su cui aveva un forte ascendente malsano. Alla regina faceva discorsi licenziosi e volgari e faceva pressione per dare cariche a parenti e amici. I suoi costumi liberi, la sua mancanza di scrupoli erano ben accetti in una corte corrotta dedita allo scandalo, dissoluta. Morto il marito né sposò subito, dopo soli quattro mesi, un altro molto potente e ricco, ma debole, da cui ricevette un castello in dote. La sua bellezza la agevolava. Passava il tempo fra feste, balli, privilegi, lussi, incontri galanti, concerti, banchetti . Numerosi furono i suoi amanti, alcuni molto potenti che lusingavano il suo amor proprio. Ricorreva alla gelosia per sottomettere gli uomini al suo volere. Sfruttava la passione che alcuni uomini avevano per lei, compresi uomini di chiesa. Gli uomini la perseguitavano, si umiliavano per lei perché infatuati. Dagli uomini innamorati carpiva informazioni utili alla politica.  Si narra che procurasse amanti alle amiche e alla regina. Le sue battaglie amorose oltre ad avventure e piaceri le portavano diamanti, argento, perle. Le interessava solo salvare le apparenze. Nelle sue cospirazioni strategiche si compivano anche ingiustizie sociali. Nella sua maschera falsa era una diabolica eroina molto quotata in società, nonostante la sua evidente pericolosità. La sua smania di trionfo era notevole e per questo faceva solo quello che le era conveniente. Il suo doppio gioco spesso serviva solo a intricare di più le trame del potere o le astuzie per ottenere gloria, riconoscimenti, ricchezza. Civettava con tutti ed era protetta dai potenti. Si illudeva di essere onnipotente, importante. Fu più volte esiliata per le sue malefatte ma trovò sempre il modo, grazie a appoggi e protezioni, di rientrare in patria dove ogni volta era osannata e tornava alla vecchia vita agiata fatta di lieti divertimenti. Partecipava con seducente grazia a caccie, tornei, fiaccolate. Organizzava superba feste al suo palazzo persino in quaresima, ed era molto amica del cardinale di corte. Spesso ricorreva a regali e raccomandazioni per comprarsi qualcuno. Alla fine le sue iniziative dannose la portarono ad avere molti debiti e nemici. Non esitava a incolpare il marito delle sue promesse non mantenute, dei suoi inganni, delle sue perdite di denaro. La sua superbia non le permetteva di umiliarsi, del resto gli uomini la difendevano. Pretendeva sempre il massimo, si vantava di avere amici influenti. Suo marito non contava nulla, era solo un suo servitore, un servo del potere centrale. Intanto sua figlia la educava a sua immagine e somiglianza, altera, viziata. Solo a settanta anni, ormai vecchia, grassa, rugosa divenne religiosa, frequentatrice di chiese, risparmiatrice. La sua morte improvvisa non consentì nemmeno di fare i funerali in pompa magna. La chiesa dove fu sepolta andò distrutta da un incendio, di lei non resta più nemmeno il corpo. Con la storia della duchessa ci rendiamo conto che ogni mondo è un paese, e ogni epoca, nonostante le diversità si somiglia. Anche nel nostro tempo la corruzione è dilagante e colpisce tutti gli ambienti compresa la politica e il potere è l’unico obiettivo perseguito. Nel nostro tempo stesso avvengono intrighi, esili, lotte intestine, trame, prigionie, diffamazioni, persecuzioni, umiliazioni, ingiustizie sociali, discordie. Il nostro tempo si caratterizza ugualmente per libertinaggio, per uso di linguaggi volgari. Ancor oggi possiamo trovare matrimoni per interesse, freddezza fra i coniugi, tradimenti. Ai nostri giorni molte donne mirano al trionfo, alla ricchezza raggiunta attraverso la bellezza, spesso ricostruita e amano la bella vita, la vita disordinata . Si cerca solo, come un tempo, di salvare le apparenze. Anche ai nostri giorni si fanno feste fuori dell’ordinario, come quelle organizzate nelle alte sfere. Un tempo si facevano le feste in quaresima ora nel periodo dei morti. Nel nostro tempo contano come un tempo appoggi, conoscenze. Tuttavia come in passato anche oggi molti astuti vengono puniti dal destino e di loro non resta nessuna traccia nonostante gli intrighi. I nemici del bene non sono più potenti dell’innocenza del cuore.

 

Ester Eroli

 

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