L’ALTRA FACCIA DEL VOLONTORIATO

In Italia abbondano le associazioni di volontariato che intervengono nei settori più disparati. Ci sono volontari attivi nelle ASL, negli ospedali, persino nei pronto soccorso. Il loro contributo in alcuni contesti è stato decisivo, esemplare. In occasione dei terremoti, delle calamità naturali i volontari sono intervenuti sul campo portando aiuto materiale e conforto alle popolazioni colpite.  E’ un fenomeno in continua espansione e che coinvolge sempre più persone.  Esistono poi gruppi di volontari che si spingono nei paesi lontani, prestano assistenza tra i popoli disagiati e sfortunati dell’Africa, dell’Asia.  Si spingono in lontane latitudini armati di pazienza e buona volontà.  E’ apprezzabile il loro fegato, la loro determinazione, il loro coraggio ad affrontare i pericoli di alcune zone inospitali del globo. Rischiano la vita in paesi dove la stabilità politica purtroppo è ancora un sogno.  In realtà i volontari di questo secondo tipo lasciano spesso a  casa familiari handicappati, anziani soli bisognosi di cure, parenti da seguire e aiutare. Si lasciano alle spalle un quartiere dove vivono in cui i disagi sociali sono numerosi, dove ci sono disoccupati, vedove e orfani  da accudire. Abbandonano tutti a loro stessi per inseguire questo sogno, questa illusione di far del bene. Si potrebbe far del bene anche tra le mura domestiche, nel proprio quartiere, nella propria parrocchia, sul lavoro, sui mezzi pubblici, tra la gente comune.  Per la precisione si dovrebbe cominciare dal vicino mondo per poi in un secondo momento approdare al lontano. Come diceva il geografo Osvaldo Baldacci: l’alunno deve cominciare a studiare la geografia partendo dall’analisi del vicino per poi studiare i paesi lontani, quindi prima la città dove si vive, poi la provincia, la regione, lo stato e così via in un crescendo di nozioni. Questo per capire la natura dei suoli, la posizione geografica, la tipologia delle rocce, la profondità dei mari e la loro pescosità.  I volontari diventano invece degli allucinati in cerca del plauso della gente. Una sorta di fanatismo caratterizza i loro gesti quotidiani. Persone che sono volate mesi in sud America per lasciare a casa genitori anziani bisognosi di cure, parenti a cui non rivolgevano più nemmeno la parola per liti per futili motivi. Si volta le spalle al proprio sangue per inseguire un idea di fratellanza che esiste solo come ideale.  Tutto questo per balzare in primo piano, per apparire genuini e autentici come un vino. Per ricevere complimenti e gratificazioni e per visitare paesi sconosciuti. Spesso si approfitta della situazione e con la scusa del volontariato si fanno viaggi in terre dove si aveva intenzione di andare.  Il volontario dovrebbe essere una persona seria, pulita lontana da tutte le contraddizioni, capace di atteggiamenti autentici, unici. Solo così si può dare l’esempio agli altri.

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