Meccanismi di censura inefficaci

Meccanismi di censura inefficaciIn passato il controllo della comunicazione, anche preventivo, specie pubblica, dei mezzi di comunicazione di massa, da parte delle autorità era molto più diffuso e profondo. La censura morale riguardava contenuti offensivi e volgari, violenti, osceni, sovversivi, sconvenienti, erotici, nocivi, indecenti, di natura pornografica e pedofila. Si controllavano soprattutto i prodotti che raggiungevano vaste fette di pubblico, specie minori e film trasmessi nelle reti tv in fascia protetta. I film e telefilm censurati erano costretti a togliere le scene cruente e incriminate, i dialoghi espliciti, le parole sgradite e spudorate, a riadattare la trama. Si facevano controlli a tappeto, in modo indiscriminato, questo specie negli anni cinquanta e sessanta. Alcuni enti, case di produzione svolgevano da soli una specie di autocensura, servendosi di responsabili del settore. Niente era lasciato al caso, si controllavano articoli, romanzi, tv dei ragazzi. Si controllavano soprattutto i fumetti spesso contenenti eccitamenti alla delinquenza e la musica che spesso aveva contenuti scabrosi e offensivi. Si costringevano i produttori a mutare dialoghi e ambientazioni. Si dava molta importanza alla formazione morale e intellettuale dei ragazzi. Ora i tempi sono cambiati e la censura ha allentato visibilmente la sua morsa. Si controllano, per volontà delle associazioni dei genitori, soprattutto i videogiochi e i cartoni animati giapponesi che racchiudono violenze e conversazioni volgari.

La censura è divenuta sempre più parziale. Da un passato formale e austero si è arrivati a un presente troppo aperto e disinvolto, complice di diffusioni nocive. La censura del passato strappa solo un sorriso ironico ai moderni mezzi di comunicazione, uno sguardo di sufficienza. Il mondo attuale si sente superiore, certi tabù sono stati superati. Ad ogni evento bisogna dare un’impronta libera. Mentalmente ci sentiamo più liberi, più ricchi di opportunità. Nessuno si sente in colpa per le riviste e le cassette pornografiche che circolano liberamente. Nessuno interviene prontamente anche se ha dei sospetti. Nessuno si rende utile. Capita allora su internet di trovare un video censurato da una parte e poi da un’altra parte, sotto altro nome, riproposto per intero come nulla fosse e a testimonianza che si può sgattaiolare, da questa censura colabrodo, blanda e degna di poca stima. Nessuno pensa anche lontanamente di fare delle segnalazioni, di fare delle domande alle autorità. Scene violente appaiono un po’ ovunque, e il sesso viene riproposto in tutte le salse. Alcune volte certi riferimenti sono pure fuori luogo, si intromettono senza ragione. In certe pubblicità alcune cose mostrate e dette non sono appropriate.

Nessuno ci fa caso ai film traboccanti di sparatorie. Anzi i ragazzi in giro raccontano ammirati le scene più succulente, specie quando sono in gruppo. Molte frasi oscene vengono ripetute dai giovani, diventano slogan. Certi film in passato sarebbero stati rimaneggiati ora sono considerati importanti per la formazione dei ragazzi. Scoraggiati ci rendiamo conto che siamo passati da un eccesso all’altro. Il nervosismo cresce quando la censura finge di intervenire. Siamo di fronte a una società che ha abbassato la guardia e quindi deve sopportare tutte le conseguenze di simili scelte. Non ci meravigliamo se un auto fugge senza prestare soccorso, se un giovane uccide un coetaneo. Ogni tanto di notte sogniamo di tornare al passato dove certi valori erano protetti, valori luminosi che ora sono divenuti oscuri, avvolti dalla sporca opacità del vizio.

 

Ester Eroli

 

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