MILIARDARI

Negli ambienti di lavoro spesso troviamo amicizie, persone oneste, disponibili, sincere con cui condividiamo la pausa pranzo, la visita a un museo, a una mostra importante. Poi però troviamo anche colleghi fanatici, superbi, che si vantano. Una categoria che sta aumentando, si accentuano i casi di fanatismo esasperato. Ogni occasione nei discorsi per queste persone è ottima per esaltare la propria vita, i propri successi. Su ogni argomento portano l’acqua al loro mulino. Si assiste a dialoghi che sono monologhi deliranti. Se si parla di viaggi loro hanno fatto i viaggi più lunghi e costosi, se si parla di lavoro loro si sono meritati gli elogi e gli avanzamenti di carriera. Se si parla di vestiti sono abili nell’indicare le marche più prestigiose da loro usate. Loro indossano solo cose firmate come i divi. Si ostinano a indicare solo cose lussuose. Parlano di ristoranti di grido, di collage esclusivi, di barche, di cene luculliane, di vini pregiati, di ville al mare e in montagna. Le donne sono più spietate nel vantarsi e nell’offendere gli altri.  Per loro noi andiamo in posti di vacanza di basso profilo, in luoghi che si possono solo deridere. Noi non vestiamo in modo adeguato e non possiamo competere con loro. Loro sono eccelsi. Tutti i colleghi o quasi sembrano condurre, anche i semplici usceri, una vita splendida da miliardari. Tutti hanno appartamenti immensi, mobili antichi, piscine, auto sportive, collezioni di vini e gioielli. La nostra vita al confronto ci appare misera, ridicola, inutile. Loro hanno domestici, cani di razza, figli intelligenti. Noi invece conduciamo una vita scialba, maledetta solo perché in estate andiamo magari in Adriatico mentre loro scelgono mete molto più esotiche. Siamo delusi perché la nostra vita è incolore, insapore. Loro stessi ci fanno pesare al differenza. Loro fanno feste sontuose mentre noi per festeggiare possiamo permetterci solo una pizzeria. Ci prendono in giro perché abitiamo in periferia, perché abbiamo una utilitaria. La nostra vita è indegna, meschina. Camminiamo a testa bassa vergognosi. Ci chiediamo come questa gente possa fare questa vita visto che guadagnano come noi o di meno. Eppure parlano di corsi, di palestre, di ville, di statue di marmo con cui ornano  i loro giardini. Ogni anno ci fanno le solite domande da copione ossia dove andiamo in vacanza a natale. Per loro ci sono in attesa fiduciosa settimane bianche e crociere in località famose. Per noi magari solo qualche visita a mostre di presepi. Ci rendiamo conto ‘però che i conti non tornano e scopriamo che molti mentono, inventano, dissimulano, coprono. Un collega che dice di essere alle Maldive viene sorpreso in un parco pubblico a spasso con il cane. Sputano bugie a raffica come se uno può veramente credere a tutto ciò che dicono con facilità. Come può un semplice impiegato condurre la vita di un ultra miliardario? I discorsi di parte sono inutili e fuori luogo. Le persone sagge, leali, accorte preferiscono tacere, non vantarsi e non parlare. In fondo a noi non interessa dove vanno in vacanza i colleghi. Certo chi dice bugie mostra poco rispetto per noi e per se stessi.

 

Ester Eroli

 

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