Nuovi venuti

Nel mondo del lavoro esiste tutta una generazione spesso bistrattata, tenuta a bada. Infatti all’arrivo sul posto del lavoro molti sono stati frenati nella carriera perché c’erano quelli più anziani che dovevano avanzare. Poi quando è venuto finalmente il loro turno si sono visti chiudere le porte in faccia per un motivo ben preciso. C’erano i giovani, i nuovi venuti che dovevano prendersi i posti di rilievo di comando. Giovani ambiziosi, rampanti, spesso raccomandati dalla politica.

La generazione di mezzo rabbiosa si è trovata costretta a retrocedere, a farsi da parte, a non parlare. il rinnovamento nell’azienda è avvenuto solo attraverso l’assunzione di giovanissimi che hanno invaso industrie, negozi ecc. quelli più anziani seccati si sono chiesti quando arrivasse giustamente il loro turno. Invece hanno trovato solo porte chiuse con il chiavistello. La ricompensa per i propri servigi non c’è stata. Chi si è ribellato, è andato controvento, è stato rimproverato, trasferito.

I capi senza rimorso hanno favorito solo i giovani che sono stati collocati ai vertici senza esperienza e con arroganza. I giovani premiati si sono insuperbiti e con voce dura hanno messo all’angolo i più anziani con puntiglio. Gli anziani si sono sentiti al bersaglio.

I più anziani hanno scoperto che non serviva essere invidiosi, gelosi, cattivi. Essi dovevano conservare la propria natura, la propria cultura, metterla  al sicuro per combattere il vuoto di anime di gente troppo giovane. La pazienza, la cultura, la responsabilità non erano appannaggio  delle nuove generazioni. Per gli anziani la vittoria morale valeva più di quella economica.

 

Ester Eroli

 

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