OLOCAUSTO

Barbed wire against a grey sky.

Livia Jackson è il nome da sposata di Elli Friedmann, nata in Slovacchia è una dei pochi sopravvissuti all’olocausto. Deportata ad Auschwitz con la madre e il fratello è stata liberata dagli americani nel 1945. Nel 1951 si è trasferita negli Stati uniti alternando soggiorni a New York e Israele. Tiene conferenze sulla Shoah, e sulla condizione delle donne al tempo del nazismo.

La sua testimonianza è racchiusa in un libro dal titolo Ho vissuto mille anni, pubblicato dalla Sansoni. Nel libro viene raccontato il dramma degli ebrei e della deportazione, viene descritto il crescendo delle imposizioni naziste e delle leggi razziali. All’inizio solo divieti, oltraggi, insulti, ghettizzazioni, divieti di frequentare locali  e scuole, indifferenza. Elli sin dalle prime avvisaglie decide di non arrendersi e questo è il messaggio del romanzo. Dopo una vita agiata e serena la protagonista e la famiglia si ritrova nell’occhio del ciclone. Non possono parlare con i vicini di casa, entrare nei teatri, passeggiare liberamente. Tutta la comunità ebraica è costretta a portare dei segni distintivi. Poi il cerchio si stringe inesorabile come un cappio intorno al collo. L’isolamento non basta più. I gruppi di ebrei sono confinati in un ghetto dove devono vivere tutti insieme e dove la intimità familiare è un lusso. I loro beni e oro sono confiscati. La famiglia di Elli seppellisce l’oro in giardino. Gli ebrei sono guardati a vista, a loro vengono rivolte parole ingiuriose. Chi viola le leggi viene punito severamente. I capi nazisti sono spietati, non hanno un volto umano. Gli ebrei sono accusati di fare breccia con i nemici. Vengono arrestati molti ebrei a cui sono rivolte domande assurde e sono torturati. Si crea un clima di tensione e sospetto.    Le umiliazioni sono all’ordine del giorno. Le famiglie poi sono costrette a evacuare dal ghetto. Un banditore declama gli ordini. Gli ebrei devono consegnare pure le chiavi di casa, Elli consegna un libro di poesie scritte da lei a un soldato più clemente nella speranza che si salvino almeno loro. La polizia compie delle cariche. Gli ebrei sono poi trascinati via nel freddo e i loro capelli vengono rasati. Vengono portati nei campi di concentramento dove il lavoro è duro, il cibo e l’acqua scarso, l’igiene mancante I corpi nudi sono sottoposti a torture e docce fredde. Gli uomini vengono separati dalle donne, molto tempo dopo Elli saprà che il padre è morto. I capi nazisti usano fruste e randelli per farsi obbedire. I malati, gli infermi, gli anziani vengono inviati direttamente nelle camere a gas visto che sono improduttivi. Elli non riesce neppure più a mangiare la minestra piena di vermi. Gli ebrei sono sorvegliati giorno e notte, chiusi con il filo spinato. Elli impara  a non parlare a non fare domande. I deportati vengono ammassati nei vagoni e spostati da un campo all’altro. Lei è costretta a lavorare insieme alla madre in una industria bellica tedesca. Solo di nascosto riesce a recitare qualche preghiera. Gli ebrei sono costretti a marciare per ore, a lavorare fino allo sfinimento, sono selezionati, controllati. Chi si riposa durante il lavoro viene bastonato e punito.

Alla fine sono liberati dagli americani dopo anni di tormenti e sofferenze. Elli era talmente ridotta allo stremo che gli americani pensano che abbia più di sessanta anni e invece è molto giovane. I segni dell’olocausto non sono solo impressi nelle sue carni ma soprattutto nella sua anima. Lei vorrebbe che tutto fosse come prima ma è praticamente impossibile. Molto è cambiato specie dentro di lei. Ha resistito con la sola forza di volontà.

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