POSSAGNO

Possagno è un paese della provincia di Treviso in Veneto, il cui nome deriva dal latino nel senso di luogo di sosta. Il paese è famoso per aver dato i natali al celebre scultore neoclassico Canova detto il nuovo Fidia, morto il 13 ottobre 1822. Nel paese oltre al tempio di Canova troviamo la casa museo in via canova inaugurato nel 1992  e donato al comune.  74 gestita dalla fondazione Canova onlus. Il museo consente visite guidate, anche sabato e domenica e festivi, laboratori didattici, visite notturne a lume di candela molto suggestive., visite particolari per san Valentino e per gli anniversari della nascita e della morte, fornisce foto e video. Il complesso fu colpito da una granata nel 1917 e poi riaperto al pubblico nel 1922 con il restauro di Serafin. Il complesso sorto introno alla casa natale fu realizzato dall’artista veneziano Lazzari e poi ristrutturato da Carlo Scarpa.

La casa era una tipica dimora del seicento con più piani, dotata di una stalla, un portico, una cantina, rovinata dal terremoto del seicento e poi ampliata con l’aggiunta di nuoce camere e locali e un nuovo studio. Al pianterreno si trova la sala degli specchi per gli ospiti. Il canova soleva tornare per un pausa dal suo lavoro romano e di solito dipingeva come mostrano i dipinti presenti. Al primo piano troviamo gli abiti dell’artista e la stanza dove era nato l’artista dove si trovano gli occhiali, gli strumenti da lavoro, i premi, gli oggetti personali, i capolavori di scultura,  i mobili originali ottocenteschi provenienti alcuni dall’atelier romano  di via delle colonnette, oggetti della quotidianità, Stanza esposta al pubblico per volontà del fratellastro di Canova vescovo dove ci sono pure immagini in argilla e terracotta. Nel 1829 avviene il trasporto delle opere da Roma a Possagno. Il Lazzari finì la ristrutturazione nel 1836. Nelle varie stanze della casa troviamo modelli originali di marmo e gesso, opere pittoriche, disegni, incisioni, oggetti personali, strumenti di lavoro, l’archivio storico, documenti, carteggi, libri, volumi antichi. Esiste poi una sezione realizzata dall’architetto Scarpa dove si realizzano mostre temporanee ed eventi. Nella casa troviamo una pinacoteca con quadri e dipinti olio su tela, tempra e collezioni, disegni su carta con sfondo rosso pompeiano, stampe, cimeli, bozzetti di argilla . Lo studio dello scultore era nel seminterrato.

Nel restauro del 1957 di Carlo Scarpa venne ampliata una basilica divisa in tre sezioni illuminata da lucernari dove sono esposti bozzetti di argilla, gessi, busti, modelli originali in gesso di opere in marmo, vennero risistemate pure le scuderie che nell’ottocento ospitavano cavalli Scarpa diede alla basilica una sistemazione scenografica su più livelli con vari giochi di luce prendendo per la esposizione anche opere e bozzetti in terracotta che si trovavano nei depositi e nel tempio del paese insieme a una sorta di archivio di busti. I busti di solito , in varie posizioni, raffiguravano ninfe, amorini ritratti femminili, di solito sul tema della danza.. i corpi dovevano rappresentare il bello ideale.

Nella torretta troviamo la biblioteca dove Canova dipinse la pala della deposizione, usata come sala di lettura  e meditazione dove si faceva leggere i testi mentre lavorava, collezioni di libri di storia, di cultura francese, di filosofia, di poesia, di scrittori greci. La biblioteca è divisa in tre sezioni: la prima riporta i libri donati dal professore Pavan, la seconda i testi donati dalla professoressa Elena Bassi, la terza la vita e le opere del Canova.

Il museo ha un giardino con il roseto e un parco. Il frutteto è ricco di alberi rari piantati nel 1799 dallo stesso Canova.

Nel museo si può ricostruire il processo artistico della produzione canoviana, ampiamente descritto dall’artista nelle lettere Canova partiva dal disegno poi creava da solo modelli  in argilla o altro materiale per fare l’opera su scala ridotta, opera che veniva pure cotta in forno. Poi creava l’opera in argilla in dimensione reale e poi dava la forma in gesso. Le colate di gesso potevano essere più di una. Poteva fare vari modelli che metteva a confronto scegliendo quello che riteneva migliore. Infine il blocco di marmo da cui doveva prendere vita la statua veniva dirozzato dai suoi garzoni e allievi. Poi traendo ispirazione dal mondo greco e classico dava vita alla opera in marmo a grandezza naturale e di giuste e normali proporzioni. Nelle fasi della realizzazione i bozzetti potevano essere in creta, in terracotta di piccole dimensioni.

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