Rivoluzioni giapponesi

Rivoluzioni giapponesiIl Giappone è sempre stato all’avanguardia. Ora sicuramente spicca per la sua tecnologia sviluppatissima. Da anni i treni giapponesi sono ad alta velocità, da anni le case sono costruite con sofisticati sistemi antisismici. I giapponesi hanno precorso i tempi, indovinato il futuro. Viene proprio dal Giappone la moda dei caffè in cui si può scegliere, in una lista come quella dei vini, un gatto come compagnia. Si può sorbire un tè in perfetta compagnia di un felino, che la volta successiva possiamo richiedere nuovamente a nostro piacimento. Nel locale ci sono salotti, poltrone, sgabelli dove intrattenersi con il micio di turno. Molte sono le razze feline selezionate per i clienti. L’esempio giapponese è nato a Torino il miagolacaffè. Ma il Giappone fa ora da apripista a un’ altra interessante e insolita iniziativa. Stanno sorgendo in tutto il paese agenzie preposte all’offerta di compagnia. Chi non ha nessuno per uscire, per andare al cinema, per fare un viaggio, per fare shopping, per andare a teatro la sera può telefonare in agenzia e richiedere un compagno/a adatta alla circostanza, secondo le proprie esigenze e i propri gusti. Ci sono proposte di tutti i tipi e per tutte le tasche. La società moderna che ha fatto della comunicazione una sua bandiera si è ridotta a pagare per avere amicizia, contatto, calore umano. Nel mondo della comunicazione veloce esiste l’incomunicabilità. Tutti presi nel gorgo degli affari, dei propri interessi dimenticano gli altri. Se chiediamo di andare a una mostra a un’amica ci sentiamo rispondere che ha la palestra del bambino, l’appuntamento dal dentista, dal meccanico. Facciamo un giro di telefonate e riceviamo solo rifiuti. Alcuni rifiutano dicendo addirittura che non amano le mostre. Alla fine ci decidiamo e con un atto di coraggio ci andiamo soli. Anche lì troviamo tutti concentrati, tutti presi dalla visita culturale, nessuno ci guarda, ci parla. Anzi nelle mostre di alto livello possiamo trovare anche signore altezzose che ci guardano con aria interrogativa, come se non fossimo degni di visitare quella mostra magari solo per i nostri jeans e per il nostro impermeabile un po’ usurato dagli anni. Le signore ci guardano con sussiego, da un piedistallo di superbia. Possiamo trovare poi signori frettolosi di visitare la mostra che quasi ci travolgono con il loro passo svelto, oppure coppie di giovani annoiati che fanno commenti banali e ci guardano come se fossimo trasparenti con il loro sguardo vacuo, o ragazze fanatiche che ci urtano senza nemmeno chiedere scusa. Torniamo dalla mostra più soli di prima, senza la possibilità di uno scambio di idee. Ci siamo arricchiti culturalmente senza però la possibilità concreta di condividere l’esperienza con altre persone. Probabilmente anche da noi con l’aumento dei divorzi, delle rotture familiari, sorgeranno queste agenzie dove anche il respiro di un amico dovremo pagarlo a caro prezzo. L’amicizia sarà merce rara e per ottenere una parvenza di amicizia dovremo pagare a peso d’oro ogni attimo. Guardandoci negli occhi allo specchio la sera capiremo che quello è il solo momento in cui avremo incrociato uno sguardo umano, il nostro. Tutto intorno solo una deprimente desolazione, dove dovremo contare solo su noi stessi.

 

Ester Eroli

 

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