Il rovescio della medaglia

il-rovescio-della-medaglia

Negli ultimi tempi sgradevoli fatti di cronaca si sono presentati alla nostra attenzione facendoci riflettere su un fenomeno che ha radici antiche, che è impossibile ignorare , che suscita sdegno. Solo che ci rendiamo conto che il fenomeno ha subito ai nostri giorni un incremento notevole, una dimensione preoccupante . Sempre più donne vengono massacrate da uomini spinti da una frenesia violenta, insensata. La tragedia personale di alcune donne diventa un grido collettivo, disperato. Vite falciate da una follia inaudita, indescrivibile, teste saltate senza motivo.  Per alcuni uomini rimane solo il solenne imperato di vendicarsi di torti mai veramente subiti se non nella fantasia malata di gelosia.

Uomini ignobili, stuolo di sfaccendati, parassiti, crudeli che non lasciano scampo alle donne, non lasciano neppure la voglia di una sopravvivenza sia pure deplorevole. Donne che vengono conquistate   con il proposito di impossessarsi della loro anima. Uomini che uccidono perché non sopportano i successi di certe donne. Allora avviene lo scontro, la lotta, il disastro. Gesti che influenzano altri raptus, che infastidiscono per la loro rabbia. Molte donne risolute si sono decise a parlare nel pericolo ma sono state accolte con un atteggiamento freddo e dubbioso, quasi rigido. Il gesto degli uomini era in qualche modo giustificabile.

Tuttavia per ogni questione c’è il rovescio della medaglia su cui è necessario soffermarsi a meditare. Ci sono infatti donne bisbetiche che tengono gli uomini in pugno, li mettono in ridicolo, li rimproverano, fanno fare tutto a loro, li isolano dalla gente, dai parenti, dalle relazioni sociali. Gli infliggono ogni sorta di umiliazioni. Li tradiscono, li deridono davanti agli altri, gli impediscono di vedere persino la madre. Scopriamo che il nostro stesso vicino di casa è costretto a portare a spasso il cane, a sentire sfuriate piene di parolacce dirette alla sua persona, a rinunciare a vedere la sorella e a salutare persino gli amici d’infanzia. C’è un  esercito invisibile di schiavi, ridotti in schiavitù da arpie senza cervello, aspre e tenaci, dure e vendicative. Ci sono uomini che stendono i panni e fanno la spesa e vengono pure presi a  calci, trattati in modo sgarbato. Non esiste neppure una parola gentile. Ci sono uomini tenuti al guinzaglio come cagnolini che non si ribellano, che fanno tutto  a comando per quieto vivere. Loro non crollano mai sotto i colpi del rifiuto e della cattiveria, restano stoicamente in piedi come paladini di un amore inesistente.

Solo quando l’amore non esiste si creano vittime e schiavi, carnefici e violenti, ma l’amore è ovvio è un’altra cosa.

 

Ester Eroli

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.