Saké

Nel terzo secolo avanti cristo nei templi scintoisti e buddisti della Cina e del Giappone specie durante i rituali religiosi  si beveva una bevanda chiamata Sakè che in giapponese significa solo bevanda alcolica, che non è ne un vino né un liquore. Si tratta di una specie di vino di riso ottenuto appunto con la fermentazione del riso con erbe aromatiche e acqua. Il riso deve essere preferibilmente a chicco lungo. I giapponesi la usano in occasioni di lutto.

Sulla origine si hanno delle controversie. I giapponesi ne rivendicano la invenzione, i cinesi sostengono che la bevanda sia nata in Cina e poi esportata in Giappone. La tradizione impone che a farlo siano delle vergini o delle vecchie con l’aggiunta di grano cotto o soia, o mais, o riso di malto. Gli artigiani sono concentrati nella capitale del Giappone ed hanno di molto affinato le tecniche per ridurre il processo di inasprimento. Vari esperimenti hanno portato alla saccarificazione del riso e alla sua pastorizzazione.

Le fabbriche, di proprietà dei latifondisti, gestite a livello familiare  che sono sorte in Giappone  usavano botti in legno e serbatoi per la conservazione. Dopo il legno, a causa dei batteri, fu sostituito dall’acciaio.

Nel novecento c’è stato il grande sviluppo del sakè ed è aumentata la sua qualità nel dopoguerra. E’ sorta a livello industriale anche la produzione del sakè senza riso. i giapponesi amano produrlo anche in casa anche se in Giappone si è diffusa anche la produzione della birra il cui consumo supera in certe regioni quello del sakè. Tuttavia è un buon prodotto di esportazione.

Nel tempo è divenuta una bevanda mondiale e si è diffusa in Australia e in America dove si usano vecchi metodi di produzione e la raffineria del riso di vari tipi. Vengono coltivati anche dei tipi di riso destinati solo a fare la bevanda. La fermentazione avviene anche con lievito e muffe.

Molti ristoranti specie a Milano propongono questa bevanda in ben quaranta varietà. Il sakè appare  anche in manifestazioni gastronomiche ed eventi ad esso dedicati.

il sake può essere servito sia in tazzine che  bicchieri o contenitori in legno, sia caldo che freddo o a temperatura ambiente, può essere sia naturale che fruttato.

A Londra sono sorti dei corsi per sommelier della bevanda che può essere usata nei cocktail.

Il sakè comincia a comparire in molti saloni del gusto sparsi per il mondo.

 

Ester Eroli

 

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