Quartieri e cultura

A dispetto di quando sbandierato dalla politica i principali quartieri delle nostre città sono sempre più sprovvisti di centri ricreativi   e culturali. Gli amanti dei libri a livello pratico non trovano biblioteche di quartiere dove poter prendere libri in prestito, e scambiare testi. Bisogna per forza comprare libri o recarsi nelle biblioteche nazionali. La politica si ostina a non considerare l’importanza delle biblioteche di quartiere che hanno invece un ruolo essenziale nella formazione dei giovani. I poveri devono fare i salti mortali per leggere dei libri e magari attendere con pazienza dei prestiti dagli amici. Non ci sono poi centri, punti di ritrovo dover poter trovare degli alter ego letterari, per avere uno scambio di idee o un confronto concreto sul campo. Parlare di cultura nei quartieri a rischio è difficile, si trova solo ignoranza, desolazione. Anche nei quartieri normali per la diffusione della cultura si incontrano mille difficoltà. Ci si inoltra in un ginepraio. Tutti i quartieri sono sulla stessa barca, privi di risorse, desolanti. La preparazione dei giovani è una opzione e slitta a tempi migliori.

Molti centri di ritrovo, spazi ricreativi un tempo focolaio di incontri hanno chiuso i battenti, molti gruppi teatrali si sono sciolti in via definitiva in modo indolore. Molte associazioni culturali sono sulla via del tramonto. Nei quartieri hanno chiuso negozi, scuole di pittura, di cucito ecc. tutto si è ristretto, tutto si è dissolto. La cultura si è diluita, sfaldata, per essere proprio assente in molte zone di città. Gli spazi si sono ristretti e si tira a campare. Molti giovani evitano i pochi punti di ritrovo perché mirano solo al divertimento puro e semplice. Forse dovremo attendere tempi migliori per migliorare il bagaglio culturale dei giovani.

Per gli anziani ci sono i centri dove si organizzano visite guidate, escursioni e dove si possono scambiare impressioni di viaggio. Bisogna però vedere tutte le sfaccettature, molti rappresentano solo punti di contatto, di ritrovo dove nascono solo gruppetti non omogenei. Sono pochi quelli che prendono iniziative in campo culturale prevale l’inerzia.

L’eccessiva urbanizzazione ha intristito le periferie che non sentono più da tempo il fascino della cultura. Ci sono sempre imprevisti, ritardi, contrattempi, ostacoli. La storia si ripete e le zone delle città sono sempre più isolate e spaesate.

I tempi moderni hanno reso insicuri i passi nel mondo della cultura, considerata forse solo un passatempo per oziosi.

I giovani richiedendo più cultura a livello locale potrebbero fare la differenza. Dovrebbero essere numerosi e compatti, pronti a slanci emotivi, i giovani dovrebbero capire che con la cultura si affrontano meglio i problemi del quotidiano.

 

Ester Eroli

 

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